Vedo solidarietà e cattiveria, voglia di abbracciarsi e di accoltellarsi. Vedo molta retorica e tanto vuoto. Il virus sta mettendo a nudo i nostri limiti, la nostra generosità ma soprattutto il nostro egoismo.
Ci raccontiamo che tutto andrà bene, sperando che tutto possa tornare come prima. Perché il prima, per quanto non piacesse, rappresentava una certezza: felicità, sfruttamento, emarginazione, ricchezza, inquinamento, gite fuori porta, lavoro a ritmi sfiancanti, disoccupazione, figli da crescere, scarsezza di tempo per i figli da crescere…E le certezze, per quanto brutte, sono sempre certezze. Il futuro è incerto. Se andrà tutto bene o no, forse dipende dai punti di vista. Io non lo so.
In ogni caso, penso che sia ora di tirare davvero fuori – e lo dico soprattutto pe me – quei valori di cui spesso parliamo ma che altrettanto spesso restano in soffitta: solidarietà, sobrietà e rispetto.
La vita per fortuna continua, la mia esperienza ai tempi del coronavirus vede la divisione del tempo tra lavoro e famiglia. Grosso modo, stiamo facendo quello che facevamo prima, tranne uscire per trovarci con parenti e amici o altre attività associative ma so che non riuscirò ad abituarmi a questo modo di vivere, tra una autocertificazione e l’altra.
Un abbraccio e spero che ci si veda presto.
Avv. Claudio Fabbri – Ravenna