Way of Life 4.0 : connessione e tracciamenti, quando il “troppo” stroppia

Quanto mai di più importante è l’osservare al giorno d’oggi un decente stile di vita, dalla riduzione di alcol e fumo alla gestione dello stress semmai scarpinando in mountain bike con l’amico di sempre, facendo shopping con la compagna o ritagliando più spazio da trascorrere con i pargoli; la “sentenza” da parte di chi dice di capirne è ciò che chiamano socializzazione 4.0, che mantiene la mente più recettiva (anche) condividendo spazio e tempo con altri, che rende migliori “dentro e fuori” diventando vieppiù altruisti, al pari di chi accompagna bimbe e bimbi a scuola in “piedibus”, dove si coniugano aspetti di utilità didattica assieme a quelli per la sicurezza stradale dei piccoli e in quella ora del giorno, inconsapevolmente, anche a salvaguardia del proprio benessere fisico e mentale.

D’altronde la storia degli umani racconta che la vita media nella preistoria era presumibilmente di 15 anni mentre all’inizio degli anni 2000 è passata a 80, e ciò la dice lunga sul migliorato modo di vivere della gente, che è sì dovuto al progresso delle scienze mediche ma sopratutto al Way of Life 4.0 ovvero al nostro stile di vita ossia la consapevolezza di tenere di più a noi stessi; malgrado fattori non modificabili come il sesso e l’età (e in parte la familiarità), lo stile di vita può intervenire su fattori modificabili che ci aiutano a vivere meglio, come la regolarità dell’esercizio fisico in palestra al pari di altri movimenti “controllati” del quotidiano che aiutano a mantenere in sintonia peso e benessere psico-fisico.

Da quì il vantaggio di essere “sani” in tanti, piccoli, giovani, adulti e senior che poi significa maggior partecipazione alla vita sociale e al contempo minori spese di welfare a carico del servizio sanitario, con la “seconda e terza età” sugli scudi a osservare con attenzione le regole del wellness, complice anche la disponiblità di maggior tempo libero e un relativo benessere economico, di contro invece ragazze e ragazzi che viaggiano a corrente alternata; è infatti questa un’involuzione pericolosa dei più giovani che sta preoccupando perchè malgrado l’esempio sportivo da parte di genitori e nonni, sempre più le nuove generazioni stanno “deviando” verso gli sport virtuali delle app dove si finge di correre i 100 metri assieme a Marcel Jacob o si simulano “game” contro Roger Federer.

Da quì le note dolenti perchè questa “fetta” di giovani, malgrado più in forma dei loro genitori-nonni alla stessa età, si muove meno rischiando di “zavorrarsi” in sovrappeso e pigrizia, colpa sì di una tencnologia onnipresente (che assuefà), ma sopratutto dei “tempi” che stanno vivendo, dall’abbandono dell’educazione fisica di matrice “scolastica” alla mancanza di infrastrutture idonee di quartiere, spazi che in passato non sono mai venuti meno alle loro madri-nonne e ai loro padri-nonni da cui sono nati atleti detentori di record regionali che a quei tempi erano di poco inferiori a quelli nazionali; volate in bici, calci al pallone nei campetti parrocchiali, corse a perdifiato nelle campagne dietro casa e “atletismi” nei giardinetti dei condomini del centro, erano le quotidianità del pullulare in tutte le stagioni dell’anno di femmine e maschi d’ogni età in perenne movimento. Allora mica c’erano il traffico congestionato che creava smog e i social network a promuovere cellulari, tablet o pc, e alla scrivania di casa ci si stava per i compiti e basta, poi fuori con amiche ed amici senza genitori sclerati ad accompagnarti (per forza) all’ora di ginnastica ritmica.

Tracciati, iperconnessi e sempre raggiungibili oggi  non ci si “isola” nemmeno per sfogliare un ricettario, una vitaccia 4.0 insomma che a volte fa riflettere come a cercar una via di fuga in qualche lezione del passato anche solo per far di necessità virtù, semmai a oziare e (anche) annoiarsi oggi, un pò come allora; a quei tempi c’erano i libri a riempire gli spazi vuoti, la Noia che rendeva importante il fattore tempo, l’Ozio e la Lentezza verso le cose da fare facilitandone la scelta, mentre oggi la Rete esponenzia ogni cosa.

Servirà perciò ricordare qualcosa del passato per un ritorno al futuro, come ad attualizzare all’oggi il “Jurassico” di un tempo? A mezzogiorno c’era RadioCapodistria con gli auguri semmai del vicino di casa, i giornali a sfogliare le “news” di ieri e alla sera il TG delle h. 20, con il 1° canale a uso dei clerical-conservatori, il 2° per i laico-progressisiti e “TeleKabul (3°) per i “rossi”, poi alle 19,45 il Meteo di Bernacca ed infine c’erano gli “spot” ossia Carosello; un Life-Style che logicamente mai più tornerà, il cui “senso” però si avverte ogni qualvolta non siamo connessi e non raggiungibili, cioè soli, e (forse) finalmente solo noi stessi.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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