'19 lavoro

Hoc opus, hic labor

Per sconfiggere i problemi politici ed economici serve impegno, basta superare mentalità e condizionamenti sbagliati e il gioco è fatto, più facile a dirsi che a farsi, ma leadeship ispirati e convincenti hanno assunto questo compito, non in modo disfattista e passivo, ma con lo spirito dell’impegno e della responsabilità collettiva e così facendo hanno gettato le basi per la rinascita nazionale.

Tradotto in politichese nazional-popolare per far ciò servirebbe una compagine di governo illuminata e lungimirante, non come quella “gialloverde” troppo sbilanciata nelle battaglie per federalismi ed esclusioni, sarebbe altresì più “utile” accettare politicamente l’idea che i problemi dell’Italia di oggi sono una responsabilità collettiva del passato e non solo della “sfera” politica che ci governò.

A poco perciò serve la rabbia popolare “montata” ad arte dalla casta nazional-sovranista e populista che vede nell’euroscetticismo la cura per tutti i mali, sarebbe più utile lavorare collegialmente per far decollare le riforme, che non produrranno benefici se i leader politici non riusciranno a coinvolgere la gente, anche quella della parte avversa, a cercar soluzioni ai problemi di tutti.

Unione e non secessione direbbe qualcuno di buon senso, ma in questi tempi perennemente pre-elettorali per far salire rabbia e frustrazione popolare “paga” più il linguaggio colorito, brutale e offensivo sul tema delle precarie condizioni delle finanze pubbliche o sul tema dell’evasione fiscale e il malcostume dei funzionari pubblici, un clientelismo questo che porta all’odiata corruzione che il leader potrà eradicare quando (e se) avrà ancor più consenso elettorale.

Il 26 maggio ha trovato conferme e smentite del crescente scetticismo verso l’Europa, ma credo che dopo i danni inflitti dal berlusconismo alla reputazione internazionale italiana, che i successivi governi Monti e Letta non hanno stemperato, serva ricordare (a chi ha la memoria corta) che eguaglianza e parità sono diritti irrinunciabili di ogni cittadino e soprattutto sostenere, anche se non possiamo pensarla allo stesso modo, che le politiche inerenti federalismi ed autonomie come modello alternativo fra gli Stati debbano essere discusse (e decise) da deputati e senatori mandatari d’incarico e non da leader di partito affacciati ai balconi, storie queste di una “certa destra” fuori dal tempo che ricorda solo guai e di cui nessuno ormai (fortunatamente) ha più nostalgia.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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