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Viva l’Inghilterra: uno stile contromano

Nell’ex impero coloniale britannico, in cui sorgeva sempre il sole, la regola si impose a tutti: circolare a sinistra dal continente australiano (Australia e Nuova Zelanda) a quello asiatico (India, Thailandia, Indonesia) a quello nordafricano (Mozambico), Cipro e Malta, vari paesi caraibici e, pur non essendo mai stata colonia, il Giappone. Ancora oggi si “gira” così, perché?

Già Papa Bonifacio VIII nel 1300 invitò i pellegrini a raggiungere Roma occupando il lato sinistro della strada, ma fu la rivalità inglese e francese a decidere sulla diversità di percorrenza, quanto di più gloriosa fu la scelta degli inglesi di opporsi al percorso veicolare a destra imposto dall’odiato “mancino” Napoleone; tradizionalisti per antonomasia, mai avrebbero accettato di attenersi alle regole imposte dagli odiati francesi, compreso il sistema decimale, giustificando più tardi il tutto con la scusa che Londra era a quel tempo la capitale col più alto numero di carrozze al mondo e che, circolando a sinistra, i cocchieri non avrebbero colpito i passanti, che circolavano sulla destra dei bordi delle strade, in quanto tenevano le redini con la mano sinistra e la frusta con la destra.

Nelle violente società feudali inoltre era buon uso passare a sinistra quando si incrociavano le persone, in quanto si avevano maggiori possibilità di difesa estraendo la spada, del resto anche nei duelli i cavalieri brandivano la lancia col braccio destro e quindi veniva d’obbligo incrociare il “competitor” passando sul lato sinistro; una separazione fra le classi sociali era pure evidenziata dalla circolazione di nobili e cavalieri che circolando a sinistra obbligando di fatto il popolo ed i poveri a muoversi a destra.
Gli americani invece hanno optato per la guida a destra in quanto l’influenza inglese è stata osteggiata da quella preponderante delle colonie francesi (Canada e Louisiana), olandesi (New York), spagnole e portoghesi, combattendo infine contro tutto ciò che era inglese, dal tè all’odiato re.
Per la cronaca l’ultimo Paese a cambiare il senso di marcia da sinistra a destra è stato la Svezia nel 1967 ed il cambio fece loro bene: ci fu un decremento degli incidenti stradali in quanto la novità rese le persone alla guida più attente al nuovo senso di marcia ed in generale furono più responsabili e prudenti.
Oggi l’Unione Europea gradirebbe non poco che la Gran Bretagna si uniformasse al resto dell’Europa, anche sul percorso di guida, ma non credo sia possibile; a parte i miliardi di sterline che occorrerebbero, sono sicuro che i sudditi inglesi non saranno mai propensi ad uniformarsi ad un’Europa che a loro non piace ed a cui, sotto certi aspetti, posso solo dar loro ragione.

A Londra ci sono stato qualche anno fa in occasione del torneo di Wimbledon, mi è piaciuta soprattutto la “regola” che tutti seguono, quella cioè di lavorare o divertirsi senza disturbare, chi “sfora” paga; a Soho, uno dei quartieri di Westminster, ho visto “impacchettare” e portar via in un attimo da agenti in borghese, l’unico fra quelli “su di giri” che aveva esagerato calciando in strada una lattina vuota; non ne ho avuto conferma ma sembra addirittura che ai residenti londinesi non sia d’obbligo fornire prova della propria identità, quando richiesta, mostrando alcunché, né carta d’identità, né codice fiscale, basta la parola e malgrado ciò, funziona bene tutto, da 500 anni loro fanno così e chi sbaglia paga.
Il mio amicone alfonsinese, con cui condivido la “zona aperitivo delle 18.00”, dall’età di 16 anni frequenta annualmente l’ambiente very british della capitale britannica, lui conosce alla perfezione la city life made in London e mi conferma che là funziona splendidamente tutto ed i sudditi di Sua Maestà non si sognano di cambiare; d’altronde la parola “privacy” l’hanno inventata loro e sanno come farne buon uso, tutti.

Negli anni ‘70 da noi furoreggiava una canzone di Claudio Baglioni canticchiata da tanti hippy ‘radical chic’ che recitava: “Pace, donne, amore e libertà, viva l’Inghilterra, ma perché non sono nato là..”.

Vas

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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