Contagi da Covid-19: aperto per ferie

L’inversione di tendenza era attesa, i sacrifici e le rinunce durante i mesi di “libertà vigilata” che le normative anti Covid-19 imponevano hanno fatto si che la curva dei contagi calasse fin quasi ad azzerarsi ma l’amara realtà dei contagi del ferragosto 2020 ha fatto sì che la curva sia tornata a livello del maggio 2020 (in tripla cifra) e compatibile con un rischio alto perchè assembramenti e mancato uso delle mascherine sono diventate maldestre quotidianità per il popolo dei vacanzieri di tutte le età di mare o di monti.


Lo spavento di ciò che è successo a marzo, quando “causa pandemia” eravamo chiusi in casa, gli ospedali in tilt e le file ai supermarket, è finito nel dimenticatoio perchè la responsabilità “condivisa” per limitare i contagi da Coronavirus è evaporata col solleone di giugno, ci siamo cioè rilassati senza più “stare in guardia”  e tutti noi siamo partiti in libertà per le vacanze; un comportamento questo irresponsabile assecondato da chi avrebbe invece avuto la responsabilità di mantenere alta l’allerta, di fatto trascurando fra l’altro che a settembre i nuclei familiari che nell’odierno lasso di tempo sono dispersi, si ricomporranno fra qualche settimana (ri) massimizzando al rientro dalle ferie tutto ciò che (di negativo) potrà accadere in termini di contagi.

Troppo forte a giugno è stata la voglia di Pil e “occupazione” in ambito turistico da parte degli operatori del settore, dimenticando quanto sia macchina da contagio qualsiasi ambiente “uso vacanza”, ossia bagni o baite dove si “discoteca” (anche se all’aperto), dove la folla balla, suda e dove la proiezione dei droplets è più a lunga distanza; happy hour e apericene non opportunamente distanziati perciò sugli scudi dove, anzichè ammassati, si sarebbe dovuto stare all’impossibile distanza di due metri e dove perciò i buoni propositi e le paure dei mesi passati non hanno funzionato troppo bene, restando altresì sulla carta, lasciando invece spazio a quella voglia di divertirsi “no limits” che ha creato giocoforza l’angosciosa risalita della curva dei contagi che stiamo vivendo ora.

Da qui le ovvie critiche alla (tardiva) stretta di qualche governo regionale che solo in questi giorni ha messo in atto, come ad esempio quello emiliano-romagnolo, limitando cioè gli ingressi ai locali all’aperto e obbligando all’uso delle mascherine  compreso il ballo, scatenando l’impressione (per non dire la certezza) che si stia chiudendo la stalla quando i buoi sono già scappati.

E’ stato forse anche per queste leggerezze che tanto nelle “marine” ravennati (Marina di Ravenna, Punta Marina, ecc.) quanto in quelle “cervesi” (Milano Marittima, Cervia, Pinarella, ecc.), Cesenatico ed ancora più a sud fino a Rimini, che ciò ha alimentato giorno dopo giorno il “disordine” che stiamo vivendo causato dall’irresponsabilità dei giovani/giovanissimi (ma non solo) a comportarsi senza rinunce e come se fosse esclusa un’accelerata dell’epidemia dei contagi proprio durante le (loro) ferie, che non finiranno a Ferragosto come ha ricordato il sindaco di Cervia Massimo Medri, aggiungendo che la “stretta” emanata dal governo regionale proprio in questi giorni, sarà utile se tutti, ragazzi e adulti, seguiranno le nuove indicazioni sull’uso delle mascherine e contro gli assembramenti.

Cosa più facile a dirsi che a farsi sopratutto se si sfoglia l’agenda “eventi” delle prossime settimane che vedono sotto i riflettori Giro d’Italia che toccherà proprio Cervia e sopratutto Ironman, l’ennesima edizione del megaraduno dei cultori della disciplina “Triathlon” organizzata come sempre dallo storico Bagno Fantini; una faticaccia organizzativa quest’anno ancor più immane perchè volta a gestire e sopratutto a garantire la “sicurezza” sanitaria del gran numero di atleti già da tempo iscritti, quella degli appassionati al seguito e di tutti i curiosi che come sempre affolleranno all’inverosimile la cittadina romagnola per giorni.

Sulla costa romagnola in questi primi mesi post-lockdown le inosservanze su obbligo mascherina in luoghi chiusi, distanziamento sociale di almeno un metro e no assembramenti hanno provocato nelle zone della movida e del divertimentificio per eccellenza soltanto qualche sanzione ed alcune chiusure temporanee di locali da ballo all’aperto stipati all’inverosimile, si è intervenuto poco o nulla sugli affollamenti negli altri esercizi (bagni, street-bar, chioschi, ecc.) complice la consapevolezza dell’ansia e la frustrazione dei gestori di questi locali che hanno speso in stipendi e allestimenti; la concomitanza inoltre delle solite ricorrenti problematiche del periodo inerenti il contrasto allo spaccio di stupefacenti e la repressione dei fenomeni legati all’abuso di alcolici ha in parte vanificato l’efficacia del lavoro di monitoraggio anti Covid-19 sul territorio da parte delle Forze dell’Ordine.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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