Svalutation é il titolo del sedicesimo album di Adriano Celentano, uscito nel 1976, ed è profeta del malaffare odierno di certi furbetti che presentano progetti faraonici destinati al fallimento, chiudono le attività e intascano i quattrini. Facile a dirsi e a farsi.
“C’è un buco nello Stato dove i soldi van giù” è il passaggio della canzone che meglio sintetizza le politiche ricorrenti e disgraziate di certi uomini dello Stato che spendono soldi (nostri) per progetti già morti in partenza; sulla stampa nazionale ho letto del caso giudiziario riguardante il nuovo porto commerciale di Molfetta che doveva essere concluso nel marzo 2008, 72 milioni di euro di costo preventivato a fronte di 147 milioni di finanziamenti pubblici finora elargiti, porto che mai vedrà la luce sia per le migliaia di residuati bellici inesplosi sui fondali sia perché la “location” è zona di interesse comunitario, sede di un habitat naturale tutelato.
Premi, sovvenzioni a fondo perduto, prestiti a tassi agevolati, esenzioni fiscali ed altri “benefit” sono misure finalizzate ad allettare imprenditori ed altri investitori (malandrini) che non esitano a far promesse che non possono o non vogliono mantenere; è per fortuna nostra che interviene la magistratura e che, per la maxi truffa del porto fantasma pugliese, ha diramato due arresti e una sessantina di indagati in più il sequestro dell’area e di decine di milioni di euro di fondi.
Questo malcostume radicato in certe politiche del nostro Paese, ripeto, è ricorrente e disgraziato e va punito, ma ogni anno le società che “cercano” il rosso, le truffe assistenziali, l’elusione e l’evasione concorrono ai 120 miliari di euro di mancate entrate per le casse dello Stato, e questa non è colpa dei manager di Stato, ma di noi cittadini.
Le tasse anche se “indigeste” bisogna pagarle, tutti. Punto.
Vas