Gaffe straordinèria per il ‘profeta di Fusignano’

Da quando col Milan di Berlusconi rivoluzionò il mondo del calcio italiano, dal catenaccio al moderno 4-4-2, è da sempre soprannominato “Il Profeta di Fusignano” in quanto da ex calciatore, allenatore e dirigente sportivo è sempre stato un cultore del cosidetto calcio totale della Nazionale Olandese di Crujiff & soci, difesa in linea per far cadere in fuorigioco gli avversari e pressing a tutto campo.

Ciò gli era balzato agli occhi negli anni settanta quando, lavorando a Fusignano (Ra) nell’azienda del padre, aveva spesso l’occasione di recarsi all’estero in quei Paesi nordeuropei ove il “calcio totale” era già una realtà.

E’ diventato uno dei migliori allenatori della storia del nostro calcio e coi rossoneri dal 1987 al 1991 ha vinto tutto, scudetto, supercoppa italiana, coppe dei campioni e coppe intercontinentali; la nazionale italiana, ai mondiali del 1994, lui l’ha portata in finale e poco importa se poi è stato “tradito” ai rigori proprio dai suoi due pupilli più affidabili (Franco Baresi & Roberto Baggio), l’Arrigo nazionale rimane sempre un grande e non a caso France Football ha da sempre definito il Milan di Arrigo Sacchi come la miglior squadra del mondo del dopoguerra.

Dal 2001 ha di fatto chiuso la carriera sportiva imputando all’eccessiva tensione nervosa qualche malanno di salute; ha quindi “lasciato”, come direttore tecnico (Parma e Real Madrid) e come coordinatore tecnico delle Nazionali Azzurre “Under”, per impegnarsi nel ruolo meno stressante di commentatore televisivo.

Inizialmente a Mediaset (Italia 1 – Controcampo) poi dal 2008 opinionista fisso di Mediaset Premium su premium Calcio e dal 2012 protagonista della campagna pubblicitaria di Mediaset Premium oltre che insignito su proposta del consiglio dei ministri dell’onoreficenza di Commendatore al Merito (Fusignano, 2 giugno 2012).

A. Sacchi

Una carriera “straordinèria” come solo lui sarebbe in grado di dire, che rischia però di venir macchiata da una “gaffe” altrettanto fuor dell’ordinario rilasciata qualche giorno fa ossia una dichiarazione sull’aumento rilevante dei “non italiani” (ius soli docet?) che calcano i campi dei settori giovanili nazionali, ovvero “troppi neri”; apriti cielo, la sua intervista ha scatenato un vespaio di polemiche soprattutto perché, Federazione internazionale in primis, si sta combattendo proprio nel mondo del calcio il fenomeno razzismo ogni quando ed in ogni dove.

Questo odioso atteggiamento verso il “diverso” è già osteggiato a 360 gradi dal popolo degli sportivi di tutto il mondo, nel calcio dai top player Cristiano Ronaldo, Leo Messi & soci all’ultimo raccattapalle e con tutti i mezzi mediatici a disposizione per cui una dichiarazione del genere, soprattutto proveniente da un primattore come Sacchi ha lasciato tutti esterefatti; la correzione in seconda istanza, quanto mai opportuna, dell’Arrigo nazionale non ha fatto altro che amplificare la valenza dell’infortunio verbale cui è andato a cacciarsi il “Profeta di Fusignano”.

Sui media un coro unanime di indignazione, il più “colorito” quanto “politically incorrect” è stato quello del sottosegretario all’istruzione Davide Faraone che su Radio 2, fortunatamente in fascia non protetta, ha battezzato la dichiarazione come una stronzata, ma dal presidente Fifa (Federazione Internazionale Calcio) Joseph Blatter a Fiona May, presidente della commissione Figc (Federazione Italiana Gioco Calcio) per l’integrazione e la lotta al razzismo, è stato un rincorrersi di comunicati “contro”; sui social la condanna è stata perentoria anche da parte di quello “zoccolo duro” di sportivi da sempre vicino a Sacchi,  a complicar le cose perdippiù ci si è messo pure Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, da sempre uno dei suoi fedelissimi.

Con “Molti nemici, molto onore”, Ancelotti ha inteso difendere Sacchi polemizzando inoltre con chiunque, della frase, ne avesse sposato l’origine fascista; battutaccia fuori luogo quella del “Carletto” soprattutto perché da troppo tempo negli stadi italiani leggiamo sugli striscioni assonanze grammaticali del genere ed udiamo cori offensivi inneggianti al razzismo (ed al fascismo).

Clima tempestoso quindi quel che viviamo anche perché in parte provocato dagli infortuni verbali del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio verso il giocatore Optì Poba bollato come un “mangiabanane” e del Senatore Roberto Calderoli, offensivo oltremisura con un ministro della Repubblica (On. Cècile Kyenge); per questo forse il “resto del mondo” (sportivo e non) ci vede come precipitati in una specie di girone dantesco, quello degli “irrecuperabili”, ai quali non è consentita la distinzione fra l’essere e l’apparire.

Arrigo Sacchi non sarà razzista e sarà stata quella una gaffe sfortunata e di poco conto ma la sua frase l’ha fatto sembrare tale e questo conta, come lui direbbe in modo “straordinèrio”.

Giuseppe “vas” Vassura – Alfonsine (Ra)

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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