Romagna 2014: é qui la festa..?

Le 48 ore vissute a inizio mese in occasione della Notte Rosa hanno sentenziato, qualora mai ce ne fosse stato bisogno, che sulla riviera romagnola qualsiasi occasione è buona per far baldoria: da quello più a nord dei lidi romagnoli, Lido delle Nazioni (ove era presente sul palco Luca Carboni), all’ultimo più a sud quello di Cattolica in cui si sono esibiti i Negramaro, è stato un susseguirsi di spettacoli e concerti live; Claudio Coccoluto a Ravenna, Francesco Renga a Riccione, Elisa a Rimini, Arisa a Cesenatico e decine di altri artisti hanno tenuto compagnia a residenti e villeggianti in un turbinìo di performance spettacolari festeggiando assieme alla totalità degli stabilimenti balneari, per l’occasione aperti fino all’alba, il capodanno d’estate più pirotecnico che ci sia.

Il turismo balneare made in Romagna con molteplici “colpi di reni” è riuscito sempre a reggere bene a tutte le crisi, anche a quelle degli anni ’70 ed ’80, presente fosco o futuro incerto, crisi petrolifera o dramma mucillagini hanno solo stimolato la vulcanica propensione all’ottimismo delle genti di quaggiù a “tirar su le maniche” per far di più e meglio con mezzi propri, e col tempo ci sono sempre riusciti.
Cattolica, Riccione, Rimini, Cesenatico sono al top da anni per qualità e quantità dei “servizi” a disposizione dei villeggianti, un po’ sottotono gli “appeal” dei lidi nord soprattutto Milano Marittima, colpa di un ventennio di “attenzioni” rivolte esclusivamente all’utenza modaiola e discotecara, tale strategia però nell’ultimo decennio non ha più “pagato” e Mi.Ma. é andata frettolosamente e rovinosamente in crisi.
Sembra trascorso un secolo ed invece solo un ventennio fa in centro trovavi sì la boutique alla moda ma anche la bottega di abbigliamento, lo street cafè ma pure il bar senza alcun “ricarico”, di supermarket per famiglie ce n’erano due ed uno, ricordo, era gestito da gente della zona (oggi li chiamano a chilometro zero); attualmente invece per far un minimo di spesa familiare ci si deve spostare a Cervia, insomma la Milano Marittima di questo decennio assomiglia più ad una nobile decaduta che ad una località balneare attenta a bisogni e necessità del villeggiante.
Tolto il week-end, soprattutto quello notturno che gravita attorno alle poche discoteche ancora esistenti, di un lido alla moda è rimasto ben poco, qualche aiuola nelle tante rotonde del lungomare e la Casa delle Aie che però rimane sopra-vento alle maleodoranti esalazioni del vicino depuratore quando il Gherbino (Libeccio) la fa da padrone; la desolazione la si nota però drammaticamente nel “feriale”, salvi i mesi di luglio e agosto, di turismo poco o nulla, nessun pendolare e strutture alberghiere col minimo di presenze, per cui negozi e ristoranti regolarmente deserti. E si sa, dove non c’è gente, di gente là non ce ne và.

Discorso opposto invece per l’altro lido ravennate, prima stazione balneare della riviera completamente dedita al turismo, ossia Marina di Ravenna.
Fin dagli anni ’30 questo borgo dei pescatori all’ingresso del porto canale mostrò i muscoli diventando in breve tempo azienda di Soggiorno (nel 1926), lo “struscio” di allora lungo il Viale delle Nazioni e la piazza (oggi intitolata al Dora Markus personaggio che ha ispirato una poesia di Eugenio Montale) persiste ancora oggi ed è sempre stato di gran moda; a differenza della Milano Marittima tanto raffinata quanto cara, Marina di Ravenna si è invece proposta da sempre come località in grado di accogliere senza fronzoli sia le famiglie grazie alla collaudata e tradizionale ospitalità romagnola, sia la clientela più giovane e meno raffinata grazie a novità a basso costo che poi negli anni a venire hanno fatto tendenza, quale quella di offrire ai bagnanti bevande a metà prezzo nell’ora prima della cena (18,30-19,30) e di fatto inventando la moda degli Happy Hour tanto da identificare “Marina” come la maggior avanguardia anche fuori regione in modo inequivocabile.
La peculiarità poi degli stabilimenti balneari di questo lido è stata quella di offrire il servizio spiaggia/cena/ballo fino a notte fonda e ciò ha fatto sì che questa località, vicinissima a Ravenna, abbia di fatto spodestato nel giro di un decennio la “cugina” più nobile (Milano Marittima) quale meta per una vacanza di tendenza e più vicina ai reali bisogni dei vacanzieri.

Porto di Marinana – Ravenna

Infine il porto turistico, Marinara, è il porto turistico della città di Ravenna ed uno dei maggiori dell’Adriatico, 1.500 posti barca per imbarcazioni fino a 30 metri protetto da due dighe di quasi 3 chilometri che ne garantiscono l’accesso in qualsiasi condizione meteo, non c’è paragone con gli ormeggi rudimentali della darsena comunale di Cervia-Milano Marittima.
La crisi morde ed è generale, abbraccia tanti settori ma come é vero che in tempi di ‘vacche grasse’ tanti imprenditori si sono adagiati su un clichè di un “baleare”che non poteva durare per sempre, altri hanno invece diversificato sui giovani e sulle novità; l’anno zero per tanti di questi operatori collima con gli anni delle mucillagini, è da lì che in Romagna si è inventato il “divertimentificio” una sorta di giocoleria di tutto e niente, una simil-movida finalizzata ad abbattere ciò che fino ad allora era vacanza al mare, ossia l’amorfa giornata in spiaggia: il bagnetto, l’abbronzatura e le chiacchere sotto l’ombrellone.

E’ da lì che sono nati sport da spiaggia come il beach-tennis ed il beach-volley, lo skysurf e gli happy hour, da lì è venuta l’idea di cenare in spiaggia sotto le stelle sfiorati dalla brezza del mare e poco importa se ai piedi porti le hogan o le infradito, tutto questo fin a render possibile che il Dj più trendy, o quello che lavora nella discoteca più in, possa far ballare scalze 500 persone nello stesso bagno dove 3 ore prima queste han fatto la doccia; sono state queste tutte novità nate a Marina, tanto che ne hanno fatto la propria fortuna imprenditoriale, una tendenza questa che viene da lontano, che è piaciuta fin dagli inizi e che all’oggi piace sempre più, anche se non si é abbigliati idoneamente.

D’altronde siamo in Romagna, dove quì é la festa…

Vas (Alfonsine)

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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