Il dubbio europeo

Tra il 22 ed il 25 maggio assieme agli altri aventi diritto europei andremo alle urne per eleggere i 751 parlamentari che comporranno il nuovo parlamento di Strasburgo, in proporzione la nostra “truppa” di deputati sarà di 73 unità, come gli inglesi, 74 sono francesi mentre 96 seggi saranno occupati da tedeschi; via via tutti gli altri, 54 spagnoli, 51 polacchi, fino ai 6 di Cipro, Malta e Lussemburgo.

Questo organismo continentale detiene l’esclusiva decisionale in materia di dogane, concorrenza, moneta, risorse marine e commercio, in poche parole legifera sui temi essenziali della nostra vita pubblica e privata, ma, come me, 400 milioni di cittadini sperano vivamente che questo “rinnovo” istituzionale sia l’occasione giusta per ritrovare la sovranità nazionale degli Stati su certi temi e non solo per eleggere figuranti sottomessi ai voleri delle direttive tedesche della potente Sig.ra Merkel; è idea diffusa che debba finire questo clima odioso nel quale debba per forza esserci qualcuno che venga a dire cosa devi fare a casa tua, si parli di immigrazione o di politiche industriali, di rigore fiscale o di crescita e innovazione.

L’astensionismo rispetto all’ultimo turno elettorale è dato in crescita anche perchè è dalla fine della guerra fredda che l’Unione è apparsa incapace di adeguarsi ai tempi ed è per questo che agli occhi di tanti elettori è vista come non come una soluzione, ma come un problema; l’imposizione tedesca degli ultimi anni in fatto di austerità a tutti i costi è stata forse l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo e per tanti euroscettici l’ipotesi di veder nascere un giorno gli Stati Uniti d’Europa  è destinata a fallire.

Di contro però anche i più convinti detrattori sono stati costretti ad ammettere che in termini di commerci ed investimenti, regolati dall’assenza di rischi del cambio all’interno della zona euro, i membri dell’Unione non hanno avuto gli sconvolgimenti finanziari che invece avrebbero patito se avessero avuto ancora le loro monete nazionali.

Dal 1999 in poi i guai si sono ripetuti violentemente, aumento del prezzo del barile di petrolio da 10 a 150 dollari, escalation del terrorismo dopo l’11 settembre, due guerre ed infine dal 2007 il tracollo del mercato dei mutui subprime, di cui all’oggi una schiarita sembra ancora lontana; sono tematiche lontane di cui si è forse persa la memoria, ma avrebbero portato speculazioni colossali contro alcune valute, pesanti investimenti da parte delle Banche Centrali ed alla fine collasso del sistema delle parità.

Finora l’Unione Europea ha mostrato solidità e sicurezza dovute in gran parte al lavoro intenso ed appassionato nei confronti di un progetto storico comune scelto con oculatezza, questo però non deve essere motivo di autocompiacimento, ci sono di fronte sfide importanti e problemi sociali di imminente drammaticità da affrontare, ma mai come oggi questi Paesi membri hanno avuto a disposizione mezzi e politiche giuste per procedere nella giusta direzione, senza dubbi.

Giuseppe “vas” Vassura – Alfonsine (Ra)

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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