I propositi per un 2014 ricco di salute stanno per iniziare, archiviato il Natale “con i tuoi” e nell’attesa della lontanissima Pasqua “con chi vuoi” abbiamo fatto il pieno di cappelletti, arrosti, spumante e panettone, il colpo finale con il cenone di S.Silvestro poi con l’Epifania che “tutte le feste porta via”… e tutti a dieta! Ma quale? C’è la vegetariana, quella a punti (ormai in disuso), l’americana low-cost poi c’è la nostra mediterranea, la migliore.
Credo invece che più della dieta, intesa come divieto al consumo alimentare di cibi dall’apporto calorico in eccesso rispetto al fabbisogno personale giornaliero, conti sì uno stato di benessere alimentare ma soprattutto un “modus vivendi”, stile di vita, strettamente personale che spazia dalla riduzione di alcol e fumo all’abbattimento dello stress scarpinando in mountan bike con l’amico o trascorrendo più tempo col figlioletto.
Credo inoltre che la “socializzazione” sia un toccasana per mantenere la mente più recettiva ed anche il “riposo” lo sia, ma è poco utile se si è in sovrappeso o stressati dopo una lunga giornata di lavoro, “occuparsi degli altri” nel tempo libero rende poi migliori dentro e fuori, basta solo essere un po’ più altruisti; chi poi partecipa fattivamente e ricorrentemente al lavoro delle associazioni di volontariato, d’ambito sociale o di natura ecologica, indubbiamente cresce come “persona” soprattutto per l’impatto educativo rivolto alle generazioni dei più giovani.
Anche solo per 1 ora al giorno accompagnando i bimbi a scuola in una sorta di “piedi-bus”, questi cittadini oltre all’utilità didattica e la sicurezza stradale dei piccoli, inconsapevolmente aiutano anche loro stessi ed il proprio organismo fisico e mentale.
La vita media nella preistoria era di 15 anni, nel 500 a.C. arrivava a malapena a 20 e solo nel 1.800 d.C sfiorava i 35 anni; nel 1.900 è cresciuta fino ai 45 anni ma solo nei 100 anni successivi è raddoppiata arrivando, all’inizio degli anni 2000, agli 80 anni e questo a causa del migliorato modo di vivere delle persone, dovuto sì al progresso delle scienze mediche ma soprattutto a ciò che gli anglosassoni chiamano l’espressione “way of life”, il nostro “stile di vita”, la consapevolezza cioè di tener di più a noi stessi.
Vas