Vaccini, variante Delta, Neet, che orizzonte per la scuola?

L’obiettivo per l’anno scolastico 2021/2022 appena iniziato sarà quello di archiviare definitivamente la didattica a distanza, i vaccini da soli forse non basteranno a scongiurare i contagi per cui bisognerà adottare anche tutte le altre strategie conosciute (green pass, ventilazione adeguata delle aule, mascherine, mix tra immunizzati, ecc.) per contenere la diffusione dell’infezione in ambienti chiusi, così da garantire a tutti lavoro in sicurezza, socialità e rapporti umani decenti nei plessi scolastici.

Controllare la situazione dei green pass, entrare scaglionati e in distanza minima di un metro tra i banchi (si spera) garantirà il ritorno alla scuola in presenza per le “scolaresche” di grandi e piccoli alunni minimizzando i rischi di contagio da coronavirus, un’arma in più sarà l’opzione universitaria “duale” che garantirà agli studenti senza certificazione la possibilità di seguire le lezioni in streaming da casa per poi presentarsi all’esame dopo aver fatto un tampone; solo in caso di presenti “tutti vaccinati” sarà possibile non utilizzare le mascherine così da lasciare alle spalle (si spera per sempre) quel vuoto sociale che le lezioni a distanza, accettabili nell’emergenza, hanno fatto patire ai nostri giovani.

Lo scenario inquietante per la scuola non riguarda soltanto l’aspetto della riduzione dei rischi di Sars-CoV2 ma piuttosto quello addebitato all’istruzione italiana nel far nulla per invertire la rotta sui cosiddetti “Neet” acronimo di “Not in Education Employment of Training” ossia quel quasi un quarto del totale di nostre ragazze e ragazzi (fascia 15-29 anni) che non lavora, nè studia e ancor meno si “forma”, e che relega l’Italia (dati 2021 di Eurostat) in fondo la classifica dei “perdenti” in ambito Ue; da ciò credo che non basterà più per le future generazioni soltanto “istruire”, che come dice l’etimologia della parola è dedicata a inserire-incastrare-costruire e “misurabile” solo sul piano dei profitti e risultati. Di sicuro ci sarà bisogno anche di “educare” per una scuola nuova, luogo sì di trasmissione di saperi e contenuti, ma sopratutto capace di assemblare dialoghi e accendere le menti di coloro che terminati gli studi dovranno presto “approcciarsi” nella giungla del mondo del lavoro per dare un contributo come cittadini responsabili e (anche) attenti all’ambiente.

Un piccolo passo contro i “furbetti” a vantaggio della legalità è stato il recente (re) inserimento dell’educazione civica, un’ora alla settimana con voto in pagella che farà “media”, sull’esempio di esperienze di Paesi orientali che hanno visto calare i casi di corruzione proprio grazie all’insegnamento “anticorruzione” fin dai primi anni di scuola, perchè l’apprendimento continuo è cruciale e “apre” la mente all’attitudine per la collaborazione su come esprimersi, scrivere, dedurre, valutare e deve durare ben oltre la scuola o l’università proseguendo con corsi, seminari e webinair, come dimostrano d’altronde le ricerche sulla correlazione fra il livello di istruzione delle persone e lo sviluppo di una nazione.

Scuola pubblica quindi sempre più istituzione democratica e inclusiva che come ricorda la Costituzione tutela la salute del singolo ma per il bene della collettività, a tutto vantaggio di studentesse e studenti che si riprenderanno finalmente la loro comunità coi loro spazi di socialità e scambi di esperienze malgrado tutto, dalla riforma (quella vera) che non arriva mai, ai nodi irrisolti dei bus affollati, e finanche la pessima abitudine che vede la quasi totalità della classe dirigente italiana mandare i figli alle scuole private.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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