Guerra, l’unica (ahimè) certezza del prossimo futuro

Fate largo ai vostri sogni, il 2017 è iniziato e cari amici dateci dentro perché per buona parte di voi questo nuovo anno potrebbe essere davvero favoloso, grandi cose in amore, lavoro e salute sono a portata di mano.

E’ questo l’augurio che più comunemente appaga l’utenza più “sensibile” agli oroscopi ossia quella gran parte di persone che cerca  certezze sul prossimo futuro “aggrappandosi” a Giove, Saturno e a tutta la banda dei pianeti, menti fragili alla ricerca di capire altre cose di loro stesse che ancora pensano di non conoscere.

Purtroppo la realtà delle vicende terrene che interessa noi umani non sta proprio in questi termini e i problemi che attanagliano le società di mezzo globo poco o nulla hanno a che fare con costellazioni ed astri, come a dire che il futuro è materia sconosciuta in quanto dipende unicamente dalla volontà e capacità di attori che operano il presente facendo tesoro del passato, il resto non c’entra.

Il remoto parla di invenzioni che hanno migliorato la vita come di insuccessi inattesi ma con un’unica costante ricorrente: la guerra.

All’orizzonte questa disgrazia sembra sia l’unica certezza che ci accompagnerà negli anni a venire, scontri etnici e tribali, terrorismo internazionale e d’area, guerriglia urbana. ecc. All’oggi è questo che i media ci propinano quotidianamente ed è quello che a posteriori ci ha accompagnato da sempre, almeno da quando le fonti d’informazione sono diventate attendibili.

Gli orrori dei conflitti, nei loro aspetti più assurdi e feroci, hanno reso la storia dell’umanità forse statisticamente più appassionante ma sicuramente più sgomenta soprattutto per la quantità di morti ammazzati, dalla Seconda Guerra persiana (480-479 a.C.: 300 mila morti) fino alla Seconda Guerra del Congo (1998-2002: 3.8 milioni di morti).

Nei tempi è stata un clonarsi di eventi, quasi a significare la necessità di annullarsi come durante la Seconda Guerra mondiale (66 milioni di morti, Olocausto incluso) o la Prima Guerra mondiale (15 milioni), nel mezzo la Guerra Civile spagnola (1936-1939) con 365 mila morti; tempi ancestrali quelli delle Crociate (1095-1291) con 3 milioni di vittime e della Guerra Civile Usa (1861-1865) con 695 mila morti.

Da citare infine dal 264 a.C. al 435 d.C. i ben 3 milioni e mezzo di morti nei combattimenti tra gladiatori, tratta degli schiavi e sacrifici umani, comprese le carestie provocate in cui la maggior parte delle vittime (85%) sono state di civili, una inondazione di sangue che “difetta” in alcuni casi come la Guerra di Troia, la quale secondo il superstite Darete fece 1 milione e mezzo di morti tra greci e troiani mentre dalle ricerche archeologiche non è mai stato accertato che in quel luogo sia avvenuto alcunché.

La guerra, “werran” secondo il tedesco antico che significa mischia ha riflessi sulle culture che vengono, a seconda dell’esito finale, esaltate o condannate ed in un recente passato quando si sviluppò la corsa alle armi nucleari è stata vista come minaccia concreta alla sopravvivenza dell’umanità.

In questi casi i numeri (aimè) non danno risposte e certezze di pace sul prossimo futuro, meccanismi economici e politici nefasti che portano atrocità generano guerre che hanno sempre portato il buio anche di giorno (e sempre lo porteranno), e per tutti a monito di ciò vale quanto avrebbe detto Iosif Stalin: “La morte di un uomo è una tragedia, 1 milione di morti è statistica”.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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