Marò: un caso ‘nervoso’

L’India si é sempre sentita umiliata dalla mentalità colonialista, di cui son piene le colonne dei quotidiani di mezzo mondo, a fronte di un nazionalismo spesso demagogico che esprime la paura di non riuscire ad essere all’altezza delle ambizioni che ha; il sistema nervoso del Paese nell’imminenza della verifica elettorale di primavera non è andato in tilt solo con il caso dei nostri due marò ma precedentemente anche in occasione dell’arresto di una diplomatica indiana negli Usa, colpevole di aver falsificato il visto e sottopagato la sua colf.

La vicenda dei nostri marò è gestita da Nuova Dehli con lentezza, contraddizione e pressapochismo perché il voto di primavera si preannuncia “epocale” in quanto per la prima volta, dall’indipendenza del 1947 dalla Gran Bretagna, i sondaggisti danno il gradimento del partito dei Ghandi, che oggi governa, ai minimi storici e di contro una oceanica preferenza elettorale verso il partito nazionalista indù.

La nostra crisi diplomatica con l’India è in corso dal febbraio 2012, è un pasticcio da cui sembra non uscire: a livello internazionale infatti, a seconda delle interpretazioni, la ragione possono ottenerla entrambi le parti in causa; è ormai risaputo che il principale capo d’imputazione a carico dei due italiani è quello di aver esploso i colpi d’arma da fuoco con l’intenzione di uccidere in quanto dal peschereccio indiano, intento in una battuta di pesca al tonno ed erroneamente scambiato per un battello di pirati, nessuno fece fuoco contro la nave italiana, secondo la legge indiana il reato è stato commesso da due cittadini stranieri che hanno sparato a due cittadini indiani.
La speranza è che i due marò siano sottoposti a giusto processo, non importa se in India o in Italia, non ignorati come sta avvenendo nel arroventato clima pre-elettorale indiano e nemmeno come vetrina prediletta dei fautori della linea della durezza e del patriottismo che tanto galvanizzerebbe il proprio elettorato; già con la strage del Cermis, quando un aereo militare Usa tranciò i cavi della funivia di Cavalese in Val di Fiemme provocando la morte di 20 persone, abbiamo assistito ad un processo farsa ed una sentenza scandalosa, anche allora si parlò di patti segreti fra accusa e difesa e solo dopo 10 anni dall’accaduto la stampa nazionale diede notizia del “rapporto conclusivo sulla tragedia del Cermis”.

Spero che presto si definiscano le responsabilità oggettive a carico dei nostri due marò e che tornino presto a riabbracciare le famiglie, ma non da eroi, come la solita inetta propaganda vuol disegnarli, ma come nostri connazionali.

Vas

Post correlati:

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


Warning: count(): Parameter must be an array or an object that implements Countable in /home/mhd-01/www.primola.it/htdocs/giornalino/wp-includes/class-wp-comment-query.php on line 399