Il doping amatoriale è sinonimo di stakanovismo dell’attività fisica, di atleti incuranti degli anni, che la praticano al massimo livello senza le dovute precauzioni, credendosi immortali e continuando allenamenti e sport senza risparmio sottovalutando le conseguenze sull’organismo; quando queste conseguenze arrivano, per qualcuno di questi boriosi Highlander si tratta di dolori fisici e psicologici, e quindi si passa al doping…
Sulla stampa nazionale ho letto recentemente un articolo, volutamente ironico, riguardante il doping amatoriale che nasconde però un “problema” social-sanitario grave.
Questo “problema” non è classista infatti accomuna un’ architetto di Catania, un funzionario di Pavia, un operaio di Casoria, una casalinga di Trento, un avvocato di Treviso, un disoccupato messinese e un consulente sportivo di Perugia; è sicuramente un “problema” serio perché riguardante la salute in quanto questi pseudo atleti sono tutti over 40 e tutti incapaci di accettare il passare degli anni, quindi si dopano, anche solo per vincere un salame.
L’articolo cita poi il caso di un dentista bolognese di 60 anni che durante una gara ciclistica amatoriale sulle Dolomiti è incappato in un controllo a sorpresa da parte degli ispettori del Ministero della Salute che ha rilevato la presenza di due ormoni dannosi alla salute, ma si potrà!
In Italia per questo genere di cose e finché non ci scappa il morto non ci si pone il problema, ma almeno per le nuove generazioni si può iniziare a monitorare il futuro atleta sin dall’inizio della sua attività (calcio, tennis, ciclismo, atletica, ecc.) e si controllano i suoi valori medi e se questi dati variano negli anni, fatte le debite “correzioni” causa età, questo è dovuto al doping e si sospende l’atleta a tutela della sua salute.
Facile a dirsi e anche a farsi.
Giuseppe “vas” Vassura – Alfonsine (Ra)