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Il caos calmo della Ue

L’egoismo crea litigiosità e finchè gli Stati membri della Ue non capiranno che è meglio per tutti remare nella stessa direzione vivremo sempre l’impotenza di trovar risposte certe di fronte alla necessità di governare i fenomeni.

Prova ne è la guerra commerciale tra Usa e Cina, che conseguentemente colpirà anche i prodotti europei venduti negli Usa, che vede alcuni Paesi come Italia, Francia e Spagna fare il gioco dell’avversario ossia anziché promuovere e sponsorizzare un “blocco” per una Ue unita e forte di 500 milioni di consumatori, stanno elemosinando a Trump favoritismi su salumi, formaggi, olio e vino suggerendo di colpire altri prodotti, “quelli degli altri”, invece dei propri.

“Divide et impera” direbbe qualcuno nella logica dei sovranismi nazionali (che per questo prevalgono) in antitesi le dinamiche della globalizzazione, così in Francia sia a destra col “Rassemblement national” della Le Pen che in alcune sigle a sinistra, e come in Italia con la “Lega” di Matteo Salvini e “Fratelli d’Italia” di Giorgia Meloni che promuovono a loro detta, assieme ad una decina di altri movimenti sovranisti europei, non “l’ultradestra” ma la politica del buon senso; un’idea questa troppo semplicistica e qualunquistica confrontata con ciò che da sempre la sociologia ha di contro insegnato in merito ai nazionalismi, dove quelli “buoni” di matrice democratica e liberoscambista sviluppano la parte europea della propria identità senza negare l’altra e mirando perdippiù a rompere le asfissianti collusioni fra potere economico e politico.

La ricerca dell’uomo forte, del muscolo che possa proteggere dove le politiche nazionali manifestano fragilità e rischio di soccombenza sta in effetti pagando in termini di consenso elettorale grazie ai dibattiti di propaganda, quale è stato il caso italiano sul porto d’armi e più in generale sulla linea dura contro i migranti e favorevoli all’innalzamento dei muri, tutto ciò “benedetto” dalla (in) certezza di governare fenomeni e verità a consumo, in un assoluto che invece nei fatti è molto relativo, nell’illusione del controllo totale.

Di sicuro la storia della maggior parte delle comunità occidentali suggerisce da un lato l’aiuto di un “localismo” dove lo Stato dovrà decentrare molte (sue) competenze agli enti che da sempre sono stati più capaci di essere vicino alla gente, dall’altro lato servirà il “mercato” (anche cooperativo) che dovrà creare valori più che profitti per non ingerire più la sfera politica ed etica; solo così si rimarginerà il tessuto sociale danneggiato dalle scelte illiberali degli ultimi tempi e si ripristinerà un generale clima di fiducia fra la Ue ed i propri cittadini, nella democrazia.

Giuseppe “vas” Vassura

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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