Populismo è una parola di origine inglese di gran moda oggigiorno e la si usa per sostenere, con toni aggressivi spesso a scopo denigratorio ed in modo non convenzionale, il ruolo attivo del capo contro le èlite nel mobilitare le masse per l’ottenimento del potere volto a migliorare le condizioni di vita della classe meno abbiente, ossia il popolo.
Non a caso il populismo è un movimento nato all’inizio del ‘900 in Russia e che sta vivendo con le formazioni politiche antieuropeiste una seconda stagione di gran spolvero, le maggiori responsabilità di ciò sono da imputare ad una Ue capace solo di celebrazioni ed incapace di aggiornamenti ossia l’inutilità di guardare sempre e solo al passato, un mondo in cui si è formato il desiderio della Ue che non c’è più ed è inutile rimpiangerlo.
Populismo figlio di una maldestra politica europeista che si occupa dei cittadini prima degli appuntamenti elettorali quanto per incanto se ne dimentica all’indomani del voto provocando in loro disinteresse verso le istituzioni democratiche; così è nato il più importante movimento populista europeo, quello austriaco, di seguito quelli d’oltralpe soprattutto in Francia e Germania.
In Italia le opinioni dei sondaggisti non sono unanimi ma la maggioranza ci dice che la Lega di Salvini e soprattutto il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo governeranno d’intesa fra ciò che resterà del centro-sinistra e centro-destra, sfruttando gli errori politici altrui e delegittimando per sempre dall’esercizio del potere una classe dirigente nazional-europeista, come quella attuale, che ha perso nel tempo forza attrattiva in favore dei tecnicismi burocratici, credibilità, consenso elettorale e perciò voti.
In un futuro molto prossimo il disagio giovanile sembra farà pendere l’ago della bilancia elettorale verso una politica “presto&bene”, guardacaso proprio quella senza i lacci e legacci di quella con cui oggi abbiamo purtroppo a che fare, avversata dagli spot elettorali dei movimenti populisti che alle masse piacciono sempre più.
Tempo fa poco sarebbe bastato per ovviare a tutto ciò ma è mancata l’intelligenza politica delle parti in causa, oggi è più difficile perché di statisti con la “S” maiuscola all’orizzonte non se ne vedono, ma ancora basterebbe poco per far leva sulle emozioni giovanili e guadagnar consensi antipopulistici, ad esempio trattando come la moneta unica da sola non basta più ma che serve una vera unione bancaria e fiscale, oppure di come è sempre stato (e sempre sarà) inutile aumentare le imposte allo scopo di correggere i conti, ci abbiamo già provato: l’economia è crollata ed il debito è esploso.
Sarebbe invece servito, ma è ancora possibile, far crescere una Unione dove chi ce la fa a correre più in fretta tenda una mano a chi va più piano in quell’identità dinamica e multiculturale in grado di rispondere “presto&bene” ai problemi reali delle persone, una Unione che non si arrocchi in un insieme di regole da osservare dense di protocolli e procedure da seguire, ma bensì comunità di idee e culture differenti che sempre l’ha vista forte nei propri ideali e dalle cui capacità i propri cittadini hanno sempre tratto ricchezza.
Ilina Montanari – Vicepresidente Primola
Giuseppe “vas” Vassura