Il re è morto, viva il re

“Morte politica” annunciata quella del “flop” elettorale al referendum costituzionale del 4 dicembre scorso che ha portato Matteo Renzi a dimettersi come premier e segretario Pd, ma come nella miglior tradizione nazional-popolare vige il detto transalpino “Le roi est mort, vive le roi” ( “Il re è morto, viva il re”) espressione dell’italico “Morto un papa se ne fa un altro”, tanto per affermare la continuità di carica e funzione politica del successore.

Dall’urna dei gazebo delle primarie del Pd domenica 30 aprile prossimo Renzi invece succederà a Renzi perché già ad inizio aprile nei 6.360 circoli del partito i circa 400.000 iscritti al Pd hanno per lui espresso un plebiscito di preferenze (quasi il 70%), snobbando gli altri due legittimi pretendenti al “trono”, Orlando (25%) ed Emiliano (8%), confermando così il risultato delle primarie del 2013 e l’affezione senza riserve all’ex sindaco di Firenze.

Dal sondaggio Ipsos si legge però che quello delle primarie è un turno elettorale che evidenzia il disinteresse generale da parte degli elettori (72%), evidenziando  che solo l’11% si dichiara “molto interessato” mentre il 17% “solo in parte”; questo forse perché le stime di voto a favore di Renzi sembrano abbastanza simili ai numeri espressi a suo favore dagli iscritti ai circoli e grossomodo al risultato delle primarie 2013.

Le paure della fase post referendaria, turbolenze e scissioni interne sembrano quindi non aver inciso sull’immagine di Matteo Renzi quasi a ricordare come gli insuccessi del recente passato (referendum, job’s act, ecc.) possano essere riletti solo come incidenti di percorso e niente più, che anzi salvaguardano e quasi esaltano la sua strategia vincente tesa ad avviarsi anche ad una ipotetica alleanza con Silvio Berlusconi.

Passato, presente e futuro dopo le primarie del 30 aprile, tutto è pronto ad incoronare perciò “Re Matteo” che ha cambiato pelle ai democratici anche nelle tradizionali terre della sinistra come in Emilia Romagna dove ha vinto alla Bolognina sede simbolo in cui Occhetto avviò la svolta Pci in direzione Pds, in Toscana, o nelle Marche, incubatoio renziano ancor prima dello stesso Renzi.

Le nubi affacciate al recente passato sono state spazzate via dai tanti successi del presente e ciò che importa del futuro è che il “Re” è tornato con tutto ciò che ne consegue, un respiro di sollievo per i due milioni di elettori dei gazebo, l’anima renziana surclasserà ancora quelle ancorate a sinistra di Orlando ed Emiliano ed a loro destinerà solo briciole null’altro di più.

Giuseppe “vas” Vassura

 

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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