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’14 Dj: dischi di platino o di cartone..?

Come si fa a far quattrini al giorno d’oggi?
Semplice: studi per una vita, 110 e lode all’università, assistente, prof, ricercatore o manager, magari all’estero ed il gioco è fatto, forse; negli anni ’50/’60 questo era “il percorso tipo”, almeno per chi poteva permetterselo, oggi no, almeno a quanto ho letto recentemente sulla stampa, oggi sembra che basti “mettere su dischi”, fare cioè il Deejay.
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La grande bellezza dell’Oscar

Dopo diversi anni sotto-tono e senza arte né gloria, é arrivato l’Oscar, finalmente, anche per il cinema italiano.
Un oscar seguito anche da un record di pubblico televisivo perché il capolavoro di Paolo Sorrentino è diventato da martedì, anche col mio contributo, il film tv più visto degli ultimi 10 anni.
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Clint

Al Cuore del CINEMA, vecchio Clint!

ClintUn viaggio nel cinema di e con Clint Eastwood, partendo dalla scuola di Sergio Leone e di Don Siegel, fino alla classicità degli ultimi anni. Dagli spaghetti western degli inizi alla profondità di temi dei lavori più recenti. Dal Clint con sigaro e cappellaccio, e “due sole espressioni (con o senza sigaro)”, all’autore e attore complesso e multiforme. Un’avventura che lo ha visto attraversare tutti i generi, lasciandovi un tocco personalissimo, come i grandi maestri.
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Maradona: un “calcio” ai peccati

La vicenda è nota da almeno vent’anni, il fisco italiano contesta al “pibe de oro” mancati versamenti Irpef legati a compensi avuti dall’argentino sullo sfruttamento della sua immagine, è un debito che dai 60 miliardi del vecchio conio è stato rideterminato fino agli attuali 39,5 milioni di euro, a quanto pare, in gran parte interessi di mora; a quel tempo anche altri due compagni del Napoli Calcio (Careca e Alemao)ricevettero le stesse imputazioni ma si affrettarono a far ricorso e vinsero, Maradona no.
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Le cattive abitudini (americane..)

Nel bel mezzo della settimana lavorativa è una buona abitudine per noi paesani quella di “far un salto” ogni tanto dall’amico di sempre a far quattro chiacchiere, ci si rilassa bevendo una birra insieme parlando del più e del meno e non necessariamente sempre di lavoro o di famiglia, si ricaricano le batterie e si riparte il giorno dopo con più slancio.
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‘Fine gara’ a Sanremo ’14

Nell’immaginario popolare “fine gara” viene inteso come “debàcle” professionale, performance giunta come si suol dire “alla frutta”, ma anche come il momento conclusivo della competizione in cui l’atleta deve buttare il cuore oltre l’ostacolo e dare tutto, anzi di più; queste due parole sono state spese in questi giorni da tanti critici musicali per fotografare lo stato di salute della principale vetrina canora di casa nostra, il Festival di Sanremo.
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