Investire nella cultura: una visione ‘pratica’

Cultura
In un’epoca di transizione come la nostra, la parola ‘crisi’ può fare paura.
Tuttavia, se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, è proprio nei periodi di crisi che si ha la possibilità di operare i maggiori cambiamenti, visto che evidentemente il sistema precedente non funzionava in modo soddisfacente. Per questo motivo occorre chiedersi che cosa non andasse nel modo di essere e di vivere dei paesi cosiddetti occidentali, di cui facciamo parte, e cercare di migliorarlo.
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Viva l’Inghilterra: uno stile contromano

Nell’ex impero coloniale britannico, in cui sorgeva sempre il sole, la regola si impose a tutti: circolare a sinistra dal continente australiano (Australia e Nuova Zelanda) a quello asiatico (India, Thailandia, Indonesia) a quello nordafricano (Mozambico), Cipro e Malta, vari paesi caraibici e, pur non essendo mai stata colonia, il Giappone. Ancora oggi si “gira” così, perché?
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Solaris- Poster

Solaris 1972: un’ anti “odissea nello spazio”

Dati:

Regia: Andrei Tarkovskij
Fotografia: Vadim Yusov
Montaggio: Lyudmila Feiginova, Nina Marcus
Scenografia: Mikhail Romadin

Interpreti:
Donatas Banionis : Kris
Natal’ja Bondarčuk: Hari
Jüri Järvet: Dott. Snaut
Anatolij Solonicyn: Dott. Sartorius
Sos Sargsyan: Ghibarian

Solaris (Солярис) è un film di fantascienza sovietico del 1972 diretto dal regista russo Andrej Tarkovskij, e tratto dall’omonimo romanzo del 1961 dell’autore polacco Stanisław Lem.
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Il dubbio europeo

Tra il 22 ed il 25 maggio assieme agli altri aventi diritto europei andremo alle urne per eleggere i 751 parlamentari che comporranno il nuovo parlamento di Strasburgo, in proporzione la nostra “truppa” di deputati sarà di 73 unità, come gli inglesi, 74 sono francesi mentre 96 seggi saranno occupati da tedeschi; via via tutti gli altri, 54 spagnoli, 51 polacchi, fino ai 6 di Cipro, Malta e Lussemburgo.
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La bella grafia

La scrittura a mano di questi tempi non gode di buona fama..
Quando guardo i compiti di mia figlia (1°media) non trovo “niente dé ché”, ma nemmeno l’ ho vista in quelli delle elementari, in quanto mai ho trovato le pagine di ripetuti esercizi calligrafici, numeri e lettere tutti uguali che erano la regola nei primi anni scolastici ai miei tempi; meglio così, sono sempre stati metodi ottusi e repressivi che è meglio non si usino più e che d’altronde, nel mio caso, non hanno insegnato nulla di “bella grafia”.
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