Le Olimpiadi del silenzio salvate dagli atleti.

Le Olimpiadi di Tokio si sono svolte nel silenzio, senza spettatori sugli spalti e con eventi collaterali ridotti al minimo quasi a defilarsi da un evento che poteva far esplodere contagi, una “festa” costata sei miliardi di euro rovinata a metà da Covid-19 ma salvata dagli atleti in quanto in salotto, grazie ai social, gli appassionati non si sono persi un attimo delle gare tanto che per la finale dei 100 metri la Rai ha certificato uno share del 46% con quasi 7 milioni di persone incollate ai teleschermi a testimoniare così quanto l’essenza dello sport abbia colmato il vuoto lasciato da cori e applausi di chi i Giochi avrebbe voluto celebrarli come avrebbero meritato, e invece nulla tutti chiusi nelle rispettive “bolle”, separati da birilli stradali e transenne divisorie.

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I furbetti dell’Italtennis, “mariuoli” da (non) imitare

In merito la maldestra abitudine che hanno numerosi nostri connazionali di pagare tasse all’estero pur abitando in Italia, dopo i “confetti” si vedono i “difetti” direbbe mio nonno e ghiotta è stata l’occasione recentissima laddove i doverosi elogi “sul campo” hanno lasciato spazio a feroci critiche sui comportamenti “fuori campo”, sopratutto riferiti all’uomo del momento in campo tennistico ossia l’italiano Matteo Berrettini, fresco finalista a Wimbledon e orgoglio di “mamma F.I.T.” (Federazione Italiana Tennis), suo pupillo dall’alto del ranking mondiale A.T.P. che vede il bel Matteo stabilmente entro i primi 10 più forti giocatori al mondo già da tempo.

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Bergoglio VS la (non) religione dei “figli di papà”

La trasparenza voluta da Papa Francesco ha fatto sì che anche per la Santa Sede (a breve) ci sarà una “prima volta” per vescovi e cardinali che potranno essere processati da un tribunale ordinario composto da giudici laici, come a dire che accuse, processo e condanne (o assoluzioni) vedranno la luce fuori dei corridoi di Piazza San Pietro, come sta succedendo a proposito i procedimenti su casi di pedofilia mossi contro alcuni uomini della chiesa, in linea col principio ispirato da Bergoglio: …” non ci saranno più figli di papà…”, a monito i sistemi predatori e lucrativi che hanno visto (ed eventualmente vedranno) coinvolti uomini della chiesa, porporati compresi.  

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La coscienza (anche ambientale) che ci farà vivere meglio

Prima di Covid andavamo di fretta e siamo stati costretti a rallentare, avevamo abitudini, non tutte buone e abbiamo dovuto abbandonarle, ma ora nel post pandemia è impellente avere più coscienza ambientale e mettere in pratica ciò che abbiamo imparato da termini sconosciuti come “spillover” e “mercati umidi” evitando perciò in primis di disboscare foreste e cancellare habitat naturali per far posto a pascoli solo per avere la bistecca a tavola, che non è poi così salutare e non ci fa vivere meglio.

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Come poter (re) inventare il futuro post Covid

L’opportunità di rilanciare l’economia italiana del post-pandemia si chiama Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) o Recovery Plan che il governo Draghi ha messo a punto col plauso dell’Europa, ciò rischia però di non risolvere i nostri problemi di occupazione e produttività se, come successo finora, gli investimenti finiranno unicamente a finanziare le filiere localizzate non in Italia favorendo a nostro discapito il Pil di altri partner europei. 

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

In questo periodo storico il dibattito politico è caratterizzato da molte attese in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo dato di fatto è ampiamente giustificato dall’entità degli investimenti che la Commissione Europea ha messo in campo per rispondere alla pandemia e dalla natura eccezionale di un investimento pubblico così ampio. 190 miliardi di euro non sono, però, soltanto un investimento, ma rappresentano la più grande scommessa sulla crescita economica e il cambiamento sociale degli ultimi vent’anni.
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