Nel giorno di San Valentino si festeggia l’amore che nei secoli è sempre stato considerato la fortuna della coppia, anche se innamorarsi può essere meraviglioso quanto vergognoso, disdicevole o appagante, sia struggente sia irripetibile; un sentimento che può essere bello, intenso e colmo di passione anche se pieno di sensi di colpa, momenti bui e grigi, ma sempre col denominatore comune nell’affermare che malgrado tutto è stata una fortuna e che rimarrà in fondo al cuore con la certezza di avere fatto la cosa giusta.
Purtroppo oggigiorno le partecipazioni celebrative vanno di pari passo col consumo di massa, confondendo desideri e sentimenti spinte dalla (forzata) necessità di festeggiarle, così la “commercializzazione” di ricorrenze ecclesiastiche come il Natale e la Pasqua (ma anche laiche quali Festa della Mamma e/o Papà o l’Otto Marzo), ha ben presto trovato terreno fertile in “scadenze” di altre, come Ognissanti che nel giro di un paio di decenni si è trasformata in quella parata mascherata pagana delle lanterne a forma di zucca che è Halloween.
Non si sogna più ad occhi aperti come una volta quando genitori e suoceri insegnavano (a volte male), e sono fortunatamente finiti i tempi in cui (soprattutto) la donna single doveva fingere di avere una relazione sentimentale all’idea di fronteggiare un uomo al fine di fargli calmare i bollenti spiriti, costruendo così attorno a sé un castello di bugie; i rapporti sentimentali (anche quelli più consolidati) vivono oggi la stagione di una contemporaneità affrontata con leggerezza, dove puoi anche non preoccuparti dell’antagonista e torni (o ritorni) a sognare dei tuoi obiettivi perché, mal che vada, ogni fine-rapporto rappresenta sempre l’anticamera di un nuovo inizio.
La festa degli innamorati non ha fatto eccezione a questo trend sociale, le timide serate “tète a tète” che in francese appunto significa “testa a testa”, tutte riservate e caratterizzate da particolare intimità faccia a faccia, hanno fatto spazio ad altro soprattutto da “tirante” per il businness legato alle filiere del commercio alimentare (cioccolatini e leccornie), del luxury (floreale e preziosi) e naturalmente a quella della ristorazione con la classica cena al “lume di candela” che ha virato negli anni sul rito delle tavolate condivise con gli amici, in coppia o single.
L’amore vince sempre eppure le storie finiscono, almeno a quanto dice Istat perché in Italia il numero dei divorzi sta viaggiando in doppia cifra, e per donne e uomini che scelgono di amare per sempre il partner (ancora in vita o no) ci sono quelli che considerano invece la seconda possibilità, e la “rottura” col partner come un insegnamento, una risorsa, un’esperienza comunque con attimi felici.
Infine, in una beneaugurante minoranza, i sostenitori del “…ma tanto prima o poi passa tutto…” che come nel film La Guerra dei Roses dove alla fine i due coniugi periscono e nella lotta non vince nessuno, credono che le vendette possano rimettere a posto la vita, maltrattando il partner; niente invece di più sbagliato, in quanto accettare proprie responsabilità ed errori senza tanti rituali è uno straordinario segno d’amore, è naturale ed anche bello.
Giuseppe “vas” Vassura