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La (assurda) frenesia del voler tutti la stessa cosa

Da ragazzo fui quasi convinto da un amico a prendere un treno da Bologna ed andare fino a Reggio Calabria per vedere i Bronzi di Riace, lui ci andò io no e al ritorno mi raccontò degli svenimenti e delle fila interminabili…dei Bronzi poco o nulla; gli chiesi perché e mi rispose che l’archeologia mai gli era piaciuta ma che si era fatto prendere dal “sentimental” di quel periodo.

Succede che per certe località, certe discoteche e certi ristoranti ci sia un’affezione particolare da parte delle persone per motivi spesso incomprensibili, ma è nulla paragonato all’irresistibile fascino del posto tutto esaurito, perché è là che si deve assolutamente andare perché è dove c’è “intasamento”, dove c’è più fila, è sicuramente la location più importante.

L’amico di un tempo lo giustificai bonariamente dicendogli che forse, dopo una settimana di duro lavoro, dove si deve pensare (troppo) con la propria testa, scegliere il daffare, valutare i rischi ed avere senso di responsabilità, ci potesse anche stare nel weekend qualche pazzia; oggi invece sembra essere diventata la norma che ci si debba intasare in lunghe fila, aspettare improbabili parcheggi, pazientare per entrare in quella discoteca là, e perfino schiacciarsi l’un l’altro quando si è dentro per abbandonarsi alla “trance” della massa.

In verità avrei invece dovuto dirgli in amicizia che tutti quegli assurdi comportamenti sarebbero stati da evitare perché solo dovuti alla incapacità di qualcuno, seguito evidentemente da (tanti) altri, nel non avere criteri di scelta, e quindi di desiderare solo quello che la massa desidera ovvero nel dubbio di sbagliare, e buttare soldi (e tempo), meglio seguire tutti gli altri che forse non sbagliano.

Il (semplice) motivo di questo trend è il desiderio che gran parte di noi ha, almeno nel weekend, di stare insieme affollandoci festosamente, tanto in coda al casello dell’autostrada quanto nella discoteca dove van tutti anche se non è la più comoda e con la musica migliore, perché dove più lunga è la fila di macchine, più è intasato il parcheggio e più è difficile entrare, più vuol dire che quello è il luogo più “giusto” ed è lì che si deve assolutamente andare, nell’assurda frenesia di questi (pazzi) tempi del voler tutti la stessa cosa.

Si aspetta perciò tutto un sabato sera per partire tardi verso le più famose località di mare per intasarsi in lunghe fila, attendere per trovare un parcheggio ed ancora aspettare per entrare in discoteca, quando invece basterebbe anticipare di mezzora per trovare strade semi-deserte, parcheggi vuoti ed una (decente) accessibilità in discoteca.

Giuseppe “vas” Vassura

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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