Ad ogni epidemia, o peggio pandemia, la domanda è sempre quella: perché, malgrado l’esponenziale progresso della scienza medica, sempre nuovi agenti patogeni d’origine animale o vegetale aggrediscono la specie umana?
Colpa dell’inquinamento, con la caduta delle difese immunitarie o per causa della globalizzazione con il circuito sempre più vasto dei campi di mutazione?