Le famiglie 2.0 sono tante, diverse, ma fanno sempre le stesse cose, guardano la tv e si condividono intrattenimento, rispetto a quelle di qualche generazione fa sembrano sentirsi più felici forse perché le composizioni sono cambiate, niente più verticismi a caduta (nonni>genitori>figli) ma bensì papà e mamma, papà e papà, mamma e mamma, genitore single e figli e basta, genitori con nuovi compagni e figli ed altro ancora.
La famiglia oggi non ha solo la funzione di adattare un bimbo al mondo ma più di ieri di adattare il mondo al bambino senza crescerlo con quel mare di coccole che mai troverà nella realtà, bensì di cura e accoglimento sotto la guida amorevole degli adulti, single compresi grazie alle loro reti social e voglia di impegnarsi nel volontariato del territorio, dando così un valore aggiunto alle relazioni ridistribuendo responsabilità e smorzando gli assilli dal lavoro, a casa, in vacanza o con gli amici.
La famiglia 2020 sarà perciò, se ancora non lo è, tanto felice anche se frammentata quanto ricomposta quando è allargata, in un modello fluido e sostenibile per vivere e collaborare assieme contro quel trend di regole assurde, spazzato via negli anni ’70, imposto dai padri-mariti padroni ai danni della figura “acrobata” materna dedita aimè alla totalità delle funzioni familiari e sempre un gradino sotto la figura del grande assente ovvero il padre; una funzione paterna che ha però “svoltato” da un passato che iniziava dall’ecografia alla sala parto, dalla carrozzina al seggiolino della bici poi nulla più, solo autoritarismi e punizioni…e guai, col triste risultato di essere eliminata in un attimo, da parte dell’adolescente, dalla scena educativa.
Le relazioni affettive oggi passano soprattutto attraverso una convivenza fattiva, una sorta di fisicità positiva che aiuta quando le fragilità delle relazioni intrafamigliari rischiano di alterarle, creando coesione e trovando risorse per gli stessi componenti, potendo così essere al contempo risorsa per gli altri.
Il vivere assieme passa inoltre per nuove figure di riferimento psicologico e pratico quando soprattutto la famiglia è allargata, che fungendo da frizione, rende i problemi meno esplosivi (o implosivi); ecco perché la zia e lo zio, ma anche il convivente di uno dei due genitori, diventa una risorsa con cui andare ad esempio al concerto dove babbo e mamma non andrebbero mai, sono “figure di coraggio”, un rifugio ed un appoggio per i più giovani.
Giuseppe “vas” Vassura