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Passaggio di consegne a Wimbledon?

Al torneo più antico del mondo, la cui prima edizione si è tenuta nel 1877 subito dopo la nascita di questo sport, il bimane n° 1 del mondo Novak Djokovic ha avuto la meglio su Roger Federer (n° 3) nella finale più lunga di sempre, che assomiglia tanto ad un “passaggio di consegne” in una contraddizione geo-politica curiosa considerando la monarchia inglese da sempre avversa a ciò; per gli anglosassoni i miracoli non esistono ma le speranze si, questo ha vissuto il “centrale” di Wimbledon tutto schierato a favore di “King” Roger Federer durante la finale del singolare maschile in Church Road, periferia sud di Londra.

Fortuna e gloria regala da sempre l’erba (spelacchiata) del torneo londinese dentro e fuori dai campi di gioco, anche quest’anno record di presenze sugli spalti e sontuosi introiti dovuti ai diritti Tv grazie alla perfetta organizzazione inglese ma soprattutto alla presenza degli ultra trentenni “Fab Three” (Djokovic, Federer e Nadal) che ancora una volta ha rimandato a (dopo) domani la rivoluzione tecnico-tattica dei tennisti della Next-Gen in quanto i due “top ten”, il tedesco Zverev ed il greco Tsitsipas sono stati eliminati fin da subito e, come in una favola triste, “non pervenuti” anche gli altri giovani del tennis che verrà, sconfitti malamente fin dai primi turni.

Ad avvalorare ulteriormente che i destini del Regno, questione Brexit a parte, godono ottima salute anche in ambiti extra sportivi è stata la notizia che, nel giorno dedicato al patrono d’Inghilterra, sono nati alla Torre di Londra quattro corvi; news questa che non fa sobbalzare dalla sedia ma che ai sudditi di Sua Maestà Britannica interessa eccome, ha sfiorato per solennità quello della nascita del figlio di Harry e Meghan perché questi “reali” pennuti sono arruolati come soldati del Regno Unito con tanto di documenti e soprattutto perché sono nati nel nido ripopolato da Churchill dopo i bombardamenti del 1940 a cui è legata la leggenda nordica che se volassero via cadrebbe la monarchia britannica.

Non è invece “volato” via il pomeriggio della finale all’England Tennis and Crochet Club di Wimbledon che tradizioni a parte, duchi e duchesse e fragole con panna ha visto i due tennisti arrivare entrambi stanchissimi alla fine di un match durato 4 h. e 57 minuti (prova ne sono i 62 errori gratuiti di Federer e 52 di Djokovic contro i 94 e 54 vincenti), battagliando anche verbalmente e regalando ad un pubblico sovraeccitato una quantità (e qualità) di giocate che solo il torneo inglese esprime.

Per il trentaquattrenne Djokovic, alla quinta vittoria sull’erba inglese, i prossimi anni non sarà impossibile realizzare il Grande Slam (vittoria Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Open Usa), mentre a Federer (38 anni) probabilmente non capiterà mai più un’occasione così (due match point al quinto set) per far suo il nono Wimbledon.

Il 2019 degli “italiani” con Cecchinato in semifinale a Parigi, Fognini vittorioso a Montecarlo e Berrettini in gran forma sull’erba di Stoccarda prometteva bene ma le performance della folta pattuglia italiana presente al torneo londinese sono state in chiaroscuro, dei sopravvissuti alla prima settimana di incontri bene Fabbiano e male Fognini che malgrado un tabellone favorevole ha perso la bussola insultando perfino gli inglesi.

Ottimo Berrettini che ha avuto la possibilità di “venerare” negli ottavi il proprio idolo Federer, ancora troppo forte per lui, il ventitreenne romano è però a inizio carriera ed è da poco entrato nei primi “venti Atp” diventando da quest’anno (anche sull’erba) un ottimo giocatore, non diventerà invece campione se non farà la propria parte in patria e farà scelte di vita sbagliate, come ad esempio quella (recentissima) di prendere residenza a Montecarlo.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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