Sfera Ebbasta, mission (forse) sbagliata e alternativa che (forse) non c’è

Il sette dicembre 2018 al concerto di Sfera Ebbasta a Corinaldo sono stati venduti troppi biglietti, più di quelli consentiti, il locale era inadeguato ad ospitare un evento del genere e le responsabilità penali colpiranno i responsabili di quella tragedia, da chi ha spruzzato lo spray al peperoncino, al proprietario del locale, agli organizzatori tutti.

Qualche “bacchettone” benpensante lo ha definito addirittura il mandante della tragedia marchigiana, ma Sfera Ebbasta non c’entra, anche se in tanti (me compreso) può non piacere ciò che mette “in scena”. Sarebbe come addebitare responsabilità a Wagner per l’invasione della Polonia o a Beethoven quale “eminenza grigia” di malsane melodie grazie alle quali il protagonista del film Arancia Meccanica faceva macelli.

Altro discorso è invece quel latitare di Sfera, fin quasi ad estranearsi, da qualsiasi senso di responsabilità nei confronti dei propri fans nel non riflettere a monte (e cercar di porvi rimedio) ai guai che fin troppe volte la Trap (anche quindi la sua) poteva creare. 13 sono stati i casi del 2017 e 10 quelli del 2018 dove, come in una sequenza, il primattore non è stato l’artista sul palco ma l’azione delinquenziale in sala di gentaglia armata di spray urticante, scopo rapina, all’interno di locali peraltro molto simili a quello di Corinaldo; come a dire che i problemi anche seri erano già nell’aria da tempo e qualche allarme (almeno morale) sarebbe dovuto scattare in cuor suo e a tutto lo staff.

L’organizzazione di questo genere di eventi è ancora ingessata all’uso dei biglietti cartacei anziché di quelli digitali, che invece farebbero sapere in tempo reale il numero dei presenti; locali piccoli (più guadagno e meno sicurezza) e gestori sempre pronti solo a “far cassa” e senza personale qualificato per far fronte alle emergenze e security, hanno poi fatto il resto. A posteriori è facile pensare che prima o poi potesse (e dovesse) succedere qualcosa di grave se, come è successo alla Lanterna Azzurra, è stato venduto il biglietto n° 1.351 a fronte di una capienza dell’unica sala aperta di 469.

Poi c’entra anche lo sballo, colpa dei tanti (troppi) individui che spacciano e/o violano le leggi sulla somministrazione di alcolici a questo popolo della notte in erba che sono gli adolescenti di oggi, ma è purtroppo tutto il sistema del “divertimentificio” a rischiare una deriva pericolosa e a senso unico, che è già in atto nelle giovanissime generazioni; infine le responsabilità oggettive dei due principali “tutor” coi quali ragazze e ragazzi hanno a che fare per i 3/4 della giornata ovvero genitori e scuola, che non educano abbastanza.

 Non senza colpe però i ragazzi stessi che continuano a far file in locali del genere, malgrado (si) dicano sui social di avere il mondo in tasca, dovrebbero anzitutto capirlo da soli (o bisognerebbe far capir loro) che convivere con certi “cupi orizzonti” che a volte hanno di fronte significa anche cercare di evitare le “strade più buie” per non finirci dentro. Proprio “loro”, che nella stragrande maggioranza dei casi hanno la fortuna di non viverci in quel degrado che canta Sfera, devono decidere in prima persona le proprie alternative, ognuno ragionandoci su con la propria testa e non con quella del “gruppo social”.

D’altronde Sfera non canta poi altro che aspetti del tempo che viviamo, senza nascondersi e nascondere nulla di ciò che in definitiva già sappiamo, purtroppo è un messaggio il suo agli adolescenti (a mio avviso sbagliato) di “sola andata” a cui manca un’alternativa decente, alla quale babbi/mamme e nonni/nonne finora hanno dato poche risposte.

Un po’ come successe negli anni ’60 ai tempi dei Beatles & Rolling Stones, interpreti di quella “musica del diavolo”  che poi grandi danni ai loro fans ha mai fatto, c’erano anche allora i tipi “hard” che emulandoli si drogavano al motto di sesso, droga e rock’n roll, c’erano poi quelli “soft”, fan che urlavano, si disperavano e piangevano in coma etilico e quelle “trendy” che gettavano il reggiseno al vento ad ogni concerto predicando l’amore libero anche quando non ce n’era bisogno.

E poi c’era la maggioranza appassionata e casinara, quelli come me, che ha sognato, ballato e perfino suonato la musica di quei miti per capirne anche le variabili, i cambiamenti e le alternative, ieri come oggi, da Burt Bacharach a Elvis Presley, da Michael Jackson a Bruce Springsteen, perché da soli o con gli amici è sempre stata e sempre sarà una bellezza divertirsi ascoltando musica, di tutti i generi: Jazz, Rock, Blues, Rap, e (forse) anche un po’ la Trap di Sfera.

Giuseppe “vas” Vassura

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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