Mattarella e Bergoglio, divergenze parallele nel rispetto e la solidarietà

Archiviati i tradizionali (e soporiferi) discorsi di re e regine in occasione dei messaggi di fine anno, quel che di buono resta da ricordare del 2018 su questo tema sono in definitiva  le parole del Presidente Mattarella e quelle di Papa Francesco, le ultime due personalità in ordine di tempo che si stanno trovando ai vertici del potere sui due lati del Tevere.

Forse mai come oggi, nella storia settantennale dello Stato laico e di quello Pontificio, questi due uomini stanno contribuendo al bene del Belpaese perché sono entrambi “campioni” di rispetto e solidarietà, forti dell’idea che i valori famigliari, di fede ed amicizia devono far parte di ognuno; sono entrambi a fatti (e non solo a parole) “sponsor” contro le ingiustizie e le diseguaglianze della vita di tutti i giorni muovendo in prima persona le coscienze sul perché e sul percome serva più convivenza e integrazione al fine di superare le diffidenze etniche, culturali e religiose che finora hanno minato accoglienza e sicurezza.

Un 2019 tuto in salita quindi per entrambi, il Presidente Mattarella sempre più impegnato nel tener fede al suo ruolo di garante costituzionale, europeista ed antipopulista in patria come all’estero mentre Papa Francesco darà un segnale forte a tutti gli uomini e le donne di buona volontà volando a Panama per la Giornata Mondiale della Gioventù e (soprattutto) ad Abu Dhabi invitato dallo sceicco Mohammed bin Zayed al Nahyan, un incontro questo che ricorda quello fatto 800 anni fa, ai tempi delle Crociate, da San Francesco d’Assisi che in quell’occasione incontrò il sultano Malik al Kamil.

Nel suo discorso di fine anno il Presidente ha solo accennato al ventennale compleanno della moneta unica, poche d’altronde le note liete se non quelle inerenti la fine di una Lira debole (ripetutamente svalutata) e di una spesa pubblica senza controllo, con l’Euro che almeno ha finalmente posto limiti a questa nostra cattiva abitudine del passato di far solo debiti.

“La politica sia al servizio della pace” , ha detto Papa Francesco all’Angelus davanti a una folla di quarantamila fedeli che hanno riempito il sagrato di San Pietro a Roma, idea fra l’altro rilanciata dal Santo Padre anche su Twitter; tema, questo della pace, caro anche a Mattarella più volte ricordato in tanti passaggi del suo messaggio assieme ad opportunità a chi merita ed è capace e solidarietà a chi soffre senza chiedere da che parte viene. Questa sintonia di vedute sulla capacità di accogliere quanto integrare e incivilire, come successo in passato, è questione aperta per il Quirinale quanto per il Vaticano, quasi a invocare le rispettive “politiche” ad un bagno purificatore di umiltà ed onestà.

Un minimalismo politico e spirituale da percorrere come strada obbligata verso la “ri” educazione ed il recupero, ciò che sembrano le parole dei due capi di Stato per ripulire gli eccessi, le stravaganze ed “il troppo”, a far capire che in fondo è sempre meglio ribellarsi contro la pochezza di chi ostenta, l’assenza di contenuti ed il buonsenso solo di facciata.

Giuseppe “vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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