L’Unità d’Italia nella (banca) rotta annunciata dai rating

Quest’anno ci sarà poco da festeggiare il quattro novembre, una delle “feste” simbolo d’Italia ovvero il giorno dell’Unità che pose fine al conflitto mondiale del 1915-1918 e per questo festa delle nostre Forze Armate, a disturbare infatti l’attenzione verso questa storica ricorrenza ci si è messa la discussa (e discutibile) Agenzia Moody’s che ha “tagliato” il nostro rating economicamente più importante relegando di fatto l’affidabilità dei Titoli di Stato ad un passo da quella dei famigerati Junk Bond (titoli spazzatura), certificandoli come investimenti ad alto rischio per gli investitori.

In attesa nei prossimi giorni dei giudizi delle altre “due sorelle” (Standard&Poor e Fitch) sull’affidabilità finanziaria del nostro “sistema” Paese c’è da ricordare in verità come in passato l’inequivocabilità dei loro giudizi sia stata quantomeno discutibile.

Una clamorosa cantonata fu quella ad esempio del 1994 quando Standar&Poor (S&P) valutò positivamente (AA) la ricca contea di Orange Country poi costretta a dichiarare il fallimento, nel 2002 toccò a WorldCom il colosso americano delle telecomunicazioni fallito il ventidue luglio dello stesso anno dove la stessa S&P mantenne inalterato il rating (BBB) malgrado le continue perdite; stessa sorte per le beghe di casa nostra ovvero Parmalat che sempre S&P, valutandone i debiti, considerò “Azienda solida ed affidabile” lasciando inalterato il rating (BBB) fino a pochi giorni dal crack.

I dubbi su queste Agenzie di rating però implosero clamorosamente col crack Lehman quando nel febbraio 2008 proprio Moody’s assegnò la tripla A (AAA) con un “outlook stabile” a Fannie Mae, agenzia governativa Usa (poco) specializzata in mutui, giudizio peraltro (ri) confermato fino all’agosto dello stesso anno (rating A1) malgrado i giudizi non positivi del “guru” della finanza a stelle e strisce Warren Buffet che da par suo (pre) vide tutto o quasi; un mese dopo infatti (8 settembre) il primo soccorso statale intervenne a certificare quello che poi portò, in un tragico 15 settembre, al fallimento Lehman che ridicolizzò tutte le valutazioni (sbagliate) delle suddette Agenzie di rating e innescò una crisi finanziaria mondiale.

Da ciò, sebbene i programmi di economia e finanza redatti recentemente dal nostro esecutivo “Lega-Stellato” non convincano in realtà gran parte dei “tecnici” italiani e (soprattutto) gli investitori stranieri, c’è quindi da ricordare quanto possano essere fuorvianti questi giudizi di rating.

Come la situazione economico-finanziaria evolverà in tal senso nessuno ovviamente lo sa, di sicuro i più rosei proclami pre-elettorali del popolo gialloverde quanto di quello leghista (oggi alla guida del Belpaese) che propagandavano il sogno collettivo di costruire il paradiso fiscale, economico e sociale in terra qui e subito, hanno dovuto subire negli ultimi mesi una forzata correzione come a rimpiangere una rotta da seguire indicata a suo tempo e mai considerata, come ad esempio quella che qualche tempo fa parve l’esagerazione di un broker inglese che discusse sul “default, o bancarotta o insolvenza” dei Titoli di Stato italiani, analisi che all’oggi sembra come non mai (troppo) dietro l’angolo.

Da questo macabro punto di vista la funerea Festa di Halloween dei prossimi giorni sembra capitare a proposito, ma ci sarà poco o nulla da festeggiare anche il quattro novembre, una data poco significativa per i nostri ragazzi del secondo millennio anche se è stata vitale per i loro bisnonni che hanno combattuto nelle trincee.

Mi è sempre piaciuto guardare con affetto, in questi giorni di ricorrenza per la fine della Grande Guerra 1915-’18, l’onorificenza di mio nonno fante dell’esercito italiano e Cavaliere di Vittorio Veneto, fortuna sua che scampò a quei massacri; ma a lui, come agli altri reduci di quella drammatica follia, quel ricordo giovanile piaceva molto meno perché i nove milioni di vittime tra soldati ed i sette milioni di vittime civili di quella tragedia segnarono per sempre quella generazione di italiani. 

Giuseppe “vas” Vassura

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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