Economia 4.0, è qui (finalmente) la festa per gli “ultimi”?

Malgrado l’accelerazione esponenziale del progresso di cui gran parte di noi beneficia, sembra non ci sarà da star allegri per il domani degli “ultimi” del mondo; sovrappopolazione, disastri economici e climatici e scarsità di energia stanno adombrando ciò che da almeno un decennio i media ci deliziano sul “come la tecnologia consentirà di fare più progressi nei prossimo vent’anni di quanti ne abbiamo fatti negli ultimi duecento”.


 A conferma di ciò basta che ognuno di noi guardi la realtà di tutti i giorni dove appare evidente che nulla a prescindere sembra essere più scontato, non saremo in grado di soddisfare i bisogni primari di ogni umano del pianeta e tantomeno l’abbondanza per tutti, che non ci sarà, resterà un miraggio; colpa delle forze del progresso che hanno sì “abbagliato” di enormi potenzialità, ma solo se prese singolarmente. E’ stato purtroppo agendo ed interagendo fra loro che non hanno generato tesi all’altezza delle prerogative di sviluppo globale promesse, un flop di sinergie che non ha prodotto i benefici attesi mostrando limiti insuperabili e non facendo cioè quella “differenza” nella vita delle persone meno fortunate che invece sembrava essere facilmente a portata di mano.

Da qui il passo è breve, sono infatti (rimasti) miliardi gli “ultimi” dimenticati dalle sapienze hi-tech, l’innovazione del fai da te ed i quattrini dei tecno-filantropi, una moltitudine di individui a cui la vita ha girato le spalle senza alcun rispetto; sono queste persone le vittime di razzismi a cui si fa mancare di tutto, relegate al di fuori delle transenne di quel global-palcoscenico fatto di convivenza ed integrazione di cui noi cittadini (fortunati) facciamo invece parte.

Spesso nel loro caso i governanti hanno imboccato un sentiero autoritario, integralista ed illiberale, dove la democrazia è ai minimi storici e dove semmai un partito non antinazista ottiene risultati a due cifre, un terreno fertile perciò per violenze e mortalità infantile, mancanza di cibo e povertà che la fa da padrona, e dove per questi sfortunati vivere sotto la soglia di povertà è stato il passato, è il presente e sarà purtroppo anche il futuro.

Questo perché da sempre i “cambiamenti” hanno interessato solo il mondo sviluppato, ossia utenti che già avevano un accesso (seppur limitato) alla mole di informazioni disponibili, si sono invece lasciate al proprio destino quelle persone uno scalino sotto che, come “mattoni” inutilizzati a tirar su manufatti, sono state rifiutate, odiate e condannate così alla miseria; non si cambia (in meglio) la vita di qualcuno con anarchia e intolleranza ma solo tendendo loro la mano con razionalità, solidarietà, comprensione e soprattutto con la bontà.

La storia insegna (invano) che per dissipare ogni ombra catastrofista per un futuro migliore mai sono serviti pessimismo e allarmismo ma solo più responsabilità da parte dei governi su interessi comuni e i doveri morali che semmai nascono dalle ingiustizie del passato, è sempre servita una coscienza e una ragione di opportunità che abbia spinto la voglia di “buone azioni”, e non solo la ferrea solidarietà di pochi coraggiosi, quelli risoluti a cambiar le cose a qualsiasi costo come già accaduto contro il terrorismo o la criminalità di regime o quando è stato un califfato teocratico ad estendere la Sharia all’intero globo.

Purtroppo in questi ultimi anni è sembrato di combattere una guerra “etica e civica” contro i mulini a vento, dove la nostra sazia global-società benestante è stata troppo spensierata nell’educare (male) i propri adolescenti, che infatti conseguentemente stanno prolungando la gioventù sognando di essere “splendidi” fino a cinquant’anni.

Una maldestra filosofia di vita questa, eredità di un disgraziato passato, che ha visto fallire la mission di tre rivoluzioni industriali, tutte volte (inutilmente) ad estendere un benessere diffuso alla società globale, semmai cominciando proprio dagli “ultimi”.

Giuseppe “vas” Vassura

 

 

 

About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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