Crazy food, il futuro alimentare che verrà

Il cibo, una delle eccellenze del Belpaese sta “tra-ballando” sotto i colpi di un’ondata newage che vede protagonista l’entomofagia, “cibo pazzo” riguardante polpette di moscerini e formiche fritte, grilli al forno e formaggi abitati da vermi; preconcetti culinari (e di palato) a parte, se in Inghilterra è inconcepibile mangiare la carne di cavallo perché da noi deve esserlo l’alchimia gastronomica riguardante gli insetti nel piatto? 

Allevare insetti anziché bovini forse potrà far meglio all’ambiente, la riduzione dei gas serra ed il minor sfruttamento delle risorse idriche sono uno dei miraggi globali per vivere più in salute, d’altronde fior di economisti e nutrizionalisti da tempo hanno recensito che il “futuro alimentare che verrà” dovrà per forza veder sempre più protagonista una filiera “lowcost” per nutrire i 9 miliardi di persone dell’umanità 2050, senza bisogno di mucche e cavalli, pollame ed altri animali da cortile e deponendo a favore del “crazy food” proveniente ad esempio dalla manipolazione di larve, bruchi e d altri animaletti a sangue freddo che sarà una buona alternativa a carne e pesce perché ugualmente ricco di grassi, vitamine, sali minerali e fibre.

Oggi nel mondo si consumano quasi 2.000 specie di insetti ma la parte del leone per il 70% la fanno bruchi, formiche, cavallette e grilli i cui processi di lavorazione garantiscono un impatto ambientale più rassicurante rispetto ai metodi operanti nella filiera all’oggi conosciuta; i risultati inoltre forniti dalla FAO riguardante l’efficienza di conversione nutrizionale sono espliciti, se si comparano le specie in “competizione” sulla produzione di carne si legge ad esempio la convenienza economica di nutrire il grillo, a cui “bastano” solo 2 kg. di cibo, rispetto al bovino che ne necessita di ben 8 kg.

Produrre alimenti come è successo finora, senza criterio e lucidità, ha portato i guai che tutti conosciamo in termini di consumo di risorse naturali ed energia, causando emissioni inquinanti e produzioni record di rifiuti di cui il solo imballaggio ne determina il 40% del totale, tant’è che sono all’oggi indispensabili regole precise per produrre e consumare a basso impatto ambientale; uno spreco infinito vede inoltre buttato un quinto degli ortofrutticoli e quasi un quarto dei prodotti animali.

A poco valgono le politiche alimentari che suggeriscono di usare prodotti locali, di stagione e che viaggiano poco, le risorse di cui oggi ci nutriamo in futuro saranno sempre più scarse perché l’inquinamento delle acque, la deforestazione provocata dal pascolo ed il surriscaldamento del clima globale indurrà i governi mondiali, a fronte degli attuali 800.000.000 di umani che già soffrono la fame, ad autorizzare altre fonti di approvvigionamento alimentare e gli insetti sono una delle possibili risposte, fatte salve le normative di sicurezza riguardanti il benessere della salute umana, che sono oggi problematiche ancora inesplorate nel settore dell’entomofagia.

Giuseppe “vas” Vassura

 

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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