Gestire questa disgregazione

La sovrapposizione e reiterazione di eventi distruttivi in un’atmosfera di alta complessità e tensione emotiva rientra nelle difficili esperienze umane che, quando gestite, sono persino in grado di mettere insieme persone e risorse all’insegna della solidarietà, del miglioramento e della volontà di superare l’evento rovinoso.

I disastrosi eventi sismici dei secoli scorsi, come il terremoto di Lisbona del 1755 e il terremoto di Messina di inizio ‘900, hanno segnato un punto di svolta nell’atteggiamento di pensiero di molti intellettuali dell’epoca. Per quanto riguarda la catastrofe di Lisbona, vennero ad esempio impegnate le maggiori menti del periodo, come Russeau, Leibniz, Pope, Voltaire, Leopardi. La diatriba riguardava i due atteggiamenti, razionale e divino, nei confronti del terremoto in un clima di totale distruzione in cui l’allora Primo Ministro impegnava forze e risorse per gestire la ricostruzione e la ripresa tra la sua gente.

Dunque, anche per quanto sta accadendo proprio in questi giorni nelle zone del Centro Italia, riportando pensieri e atteggiamenti ai nostri tempi, a distanza di 300 anni gli avvenimenti dovrebbero indurci a un atteggiamento critico e costruttivo, oltre che volto all’azione e alla solidarietà.

La coesione, il tessuto sociale visto come collante emotivo oltre che fisicamente costruttivo ed efficace possono infonderci la decisiva spinta propulsiva tesa verso la volontà di ristabilire gli equilibri, comprendere il territorio, le potenzialità e l’avvenimento in sé, oltre che naturalmente le conseguenze.

Solidarietà, immedesimazione e comprensione. Per non dimenticare che gli altri siamo anche noi.

 

Susanna Martoni

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