Non Expo..niamoci troppo!

Nel periodo 1° maggio – 31 ottobre 2015 l’area milanese di 110 ettari di Expò ha contato una presenza di 22 milioni di visitatori interessati alle problematiche dell’alimentazione, tematiche O.G.M. e soprattutto inerenti la piaga della denutrizione da acqua e cibo.

A distanza di 109 anni, Milano ha “doppiato” l’Esposizione internazionale del Sempione del 1906 che, nell’area del Castello Sforzesco (oggi Parco Sempione) e nella zona dell’allora Piazza d’Armi (oggi Fiera Milano), affrontava le tematiche del futuro di allora ossia i trasporti, evento espositivo peraltro in concomitanza dei festeggiamenti del Traforo del Sempione.

100 ettari d’area nel 1906 quasi come quelli del 2015 mentre i 10 milioni di visitatori di allora sono raddoppiati dopo un secolo, non conosco i “numeri” di allora ma quelli dei tempi nostri si; i dati ufficiali della kermesse 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” parlano di 2/3 di ospiti italiani ed 1/3 no..: ossia ne deriva che solo poco più di 15 milioni di italiani hanno fatto la fila per un selfie all’Albero della Vita o visitato Palazzo Italia.

In verità pensavo che la rilevanza dell’evento, complice il periodo estivo, avesse indotto da tutta Italia una massa di persone ad “Expo…rsi“, invogliate fra l’altro da un propizio periodo di ferie estive “tematiche”, invece no; forse nemmeno s’è mossa la maggior parte dei 30 milioni di unità (46% del totale della popolazione totale) del Norditalia relativamente vicine a Milano ossia il numero di italiani residenti nelle regioni comprese tra il versante nord dell’appennino settentrionale e quello meridionale delle Alpi. Colpa forse della crisi, meglio la solita spiaggia ed il solito mare.

Già gli “spot” pre-Expo, che recitavano come l’Italia grazie a questa vetrina internazionale fosse messa al centro del mondo, avevano dato ambito fin da subito a qualche sorrisetto beffardo come a volersi interrogare se e quanto ne valesse la pena recarsi in quel di Milano; il tema dell’affluenza ha poi presentato molti lati oscuri, dalle presenze serali riservate agli utenti dei parcheggi a pagamento al vespaio di polemiche suscitate dai tagliandi “pre” acquistati da parte di diverse agenzie quali la Alessandro Rosso Group e reimmessi in “circolazione” a metà prezzo.

Da ultimo le critiche “sul campo” ossia da parte dei visitatori che sembra siano state rivolte in gran parte ai costi, biglietto a 39 euro (adulto-data aperta) e 16 euro (bambino under 16) sono apparsi ai più un’enormità se poi sommati a ciò che l’esosa “macchina” della ristorazione interna ad Expo pretendeva; la drammatica (non) accessibilità ai padiglioni ovvero le interminabili file ed incolonnamenti ha poi completato il quadro, ore ed ore di attesa sono state sfinevoli e non sempre l’attesa è stata ripagata in modo adeguato da ciò che si era potuto immaginare. I bei discorsi ufficiali dell’inaugurazione del 30 Aprile da parte del premier Matteo Renzi, dell’ A.D. Giuseppe Sala e perfino quelli colti nel messaggio augurale di papa Francesco collegato per l’occasione in video comunicazione dalla Città del Vaticano promuovevano un orizzonte ben diverso da quella triste realtà vissuta poi da chi si è “Expo…sto” nella torrida estate 2015.

A fronte di uno staff di eccellenze scientifiche ed esperti urbanisti, selezionati accuratamente per il coordinamento del piano espositivo proprio per non fallire lo scopo, i padiglioni sono stati visti dai visitatori come una via di mezzo fra il supermercato sottocasa e la fiera di paese; la distanza inoltre da Milano (ben 10 Km.) ha poi reso evidente ai presenti che qualcosa di buono per la città meneghina non è per nulla emerso.

E’ stata la multimedialità a farla da padrone, almeno però sono state chiamate in causa a gran voce le problematiche inerenti la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari per eliminare dal pianeta soprattutto fame e sete; in evidenza anche la preoccupazione sulla sostenibilità delle risorse naturali del pianeta a fronte di una popolazione che nel 2050 sarà di 9 miliardi.

Incontri, dibattiti e kermesse di ogni genere tutti volti ad esponenziare il diritto inalienabile ad una alimentazione sana e sufficiente per tutti anche se finora la storia antica e moderna dell’umanità ha detto il contrario e recitato parole (soprattutto fatti) molto diversi da quelli che Renzi, Sala e papa Francesco ci hanno raccontato il 30 Aprile.

“Nutrire il pianeta, energia per la vita”, tema che non deve restare solo un sito fine a se stesso, laboratorio di dibattito sterile che lascia sulla strada solo chiacchere ed il solito deserto di iniziative; ma il rischio c’è ed è rappresentato dall’enorme, costosa ed accecante multimedialità espressa da Expo 2015, che faccia cioè dimenticare i contenuti e nulla lasci in eredità.

Giuseppe Vas

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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