Kyoto 1997 –> Parigi 2015: un ritorno al futuro

Come è successo col protocollo di Kyoto nel 1997 anche la conferenza 2015 sul clima, che si terrà a Parigi fra pochi giorni, avrà impatto minimo perché (come successo al primo) vedrà la tendenza dei governi a non rispettare impegni e regole, come a dire: “dovremmo cambiarle, ma a essere realistici, sappiamo che non ci riusciremo..”.

Uno studio di parte ambientalista, pubblicato su Global Policity e sottoposto a revisione accademica, parla di una riduzione totale della temperatura di 0,048 gradi centigradi nel 2100 se la conferenza di Parigi avrà successo, ma credo sia meglio usare il condizionale in quanto nessuno degli “addetti ai lavori”, associazioni ambientaliste in primis, nutre in cuor suo alcuna speranza sulla limitazione delle emissioni, quasi che non sia il caso di fare resistenza o che sia inutile in una sorta di passività e rassegnazione globale.

Le buone idee ossia quelle di convogliare finanziamenti e businnes verso le tecnologie pulite, renderle efficienti ed a basso costo esistono da decenni ma purtroppo ancora non fanno parte delle “priorità” nei programmi di governo degli Stati, troppo pesante la recessione mondiale (ci dicono) ed ecco per cui la conferenza di Parigi sul clima assomiglierà tanto ad un film già visto ovvero: “Kioto – Parigi, ritorno al futuro”; meglio per tutti occuparsi dei fatti propri senza vedere nulla di imbarazzante nell’accettare tranquillamente ciò che altri decidono.

Vecchio Continente, Usa, Cina, India, Russia ed una galassia di “tigri” vecchie e nuove asiatiche ed africane, hanno sempre più fame di energia, le espansioni del P.i.l. (prodotto interno lordo) ossia la ricchezza di una nazione, passano ancora dalla domanda energetica che crescendo con percentuali a doppia cifra suscita pressanti richieste di nuove centrali; ecco perché qualsiasi governante non può ascoltare i motti dell’ecologismo ad oltranza in quanto si frenerebbe l’immensa macchina del consumo nazionale, ed ecco quindi il perché della disaffezione alle intese contro la diffusione dei gas serra, incombente minaccia per il clima planetario.

Sarà quindi ancora massima attenzione al greggio importato via nave o grazie agli oleodotti dal Medio Oriente, dall’Alaska e dal Sudamerica ed un interesse “di nicchia” invece, finanziamenti compresi, per lo sviluppo delle fonti energetiche solari, eoliche, e da biomasse; mancano del tutto i progetti per la sostituzione dei carburanti di trazione verso i sistemi ad idrogeno e quelli inerenti veicoli elettrici. Eppure affrontare i costi privati e pubblici per simili conversioni ecologiche dell’industria sarà inevitabile prima o poi, ma tuttora si preferisce disgraziatamente il “poi” anche se le prospettive da “global warming” o effetto serra fanno paura.

La globalizzazione, in una prospettiva storica, contribuisce al progresso nel mondo attraverso viaggi, commerci, migrazioni, disseminazione delle influenze culturali del sapere e della conoscenza, scienza e tecnologia comprese; fermare o togliere risorse a tutto ciò arrecherebbe al progresso danni irreparabili ma servirebbe forse ad acquisire una coscienza più rispettosa dell’ambiente, che ancora non abbiamo, per farci vivere meglio e più a lungo.

Ciò servirebbe d’altronde ad usare bene ed in modo sostenibile i grandi benefici derivanti dai rapporti economici e dal progresso tecnologico in quanto marciare di pari passo col limitare l’effetto serra nei prossimi decenni sarà prioritario almeno quanto prestare la dovuta attenzione agli interessi dei più bisognosi.

Sarà la scommessa del futuro investire nella ricerca di tecnologie “pulite”, ma tutto ciò dipende da noi e soprattutto dalla vocazione ambientalista delle future generazioni, non basta solo convenire che qualcosa bisogna pur fare, bisogna soprattutto assicurarsi di ottenere ciò di cui ci sarà bisogno per vivere meglio.

 

Giuseppe “vas” Vassura
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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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