Corona: le ‘spine’ dell’ ex paparazzo

Fabrizio Corona nasce da famiglia giornalistica, noti i suoi genitori vicino a Indro Montanelli, ma papà Vittorio lo vuole giornalista come lui e per questo lo inserisce in un’agenzia fotografica di Milano…
E’ proprio nella città lombarda che incontra nel 1998 Lele Mora, noto agente dei “Vip” che poi diverrà suo mentore, ben presto Fabrizio capisce l’importanza (e i soldi) del business legato al gossip di quel dorato mondo dello spettacolo e per un buon decennio ne diventa il più noto e chiacchierato primoattore, il paparazzo narciso e borderline come lui solo sa essere, ma per sua sfortuna viene coinvolto nell’inchiesta denominata “Vallettopoli” e la sua agenzia fotografica “Corona’s” fallisce nel 2008.

Viene condannato in via definitiva per il filone di Milano (tentata estorsione ai danni dei calciatori Coco e Adriano) nel 2011 e per quello di Torino nel 2013; in seguito alla sentenza della Cassazione di Roma, che lo condanna a cinque anni di reclusione per estorsione ai danni del calciatore David Treze guet, Corona si da alla fuga rifugiandosi in Portogallo per poi arrendersi dopo sei giorni alle forze dell’ordine.

Estradato in Italia viene condotto nel gennaio 2013 nel carcere di Busto Arsizio ove inizia a scontare la pena assegnatagli per poi essere trasferito in Marzo nel carcere milanese di Opera dove complessivamente deve scontare più di quattordici anni, ridotti poi nel febbraio 2014 a nove anni.

E’ di questi mesi la richiesta di grazia al Presidente Napolitano da parte di alcuni personaggi del mondo dello spettacolo quali Celentano, Fiorello e Marco Travaglio (collega del padre a La Voce con Indro Montanelli) e l’appello della madre perché venga al figlio concessa anche solo una “grazia” parziale perché visibilmente depresso e dimagrito.

A fronte di tutto ciò sembra che Corona debba aver avuto una sensazione di onnipotenza per poter aver fatto tutto ciò che si legge negli “atti”, unita alla certezza d’essere intoccabile, va da sé quindi che ad ogni tentazione sia stato difficile resistere facendo così allentare tutti i freni inibitori, legalità compresa, ossia l’essere conforme alla legge e a quanto da essa è prescritto; tutto questo forse perché l’Italia, a cominciare dagli stranieri, è sinonimo di permissivismo, ove la legalità ed il diritto non sono più le pietre fondanti del vivere quotidiano.

E’ un Paese il nostro dove si lasciano bruciare vivi gli operai e dove gli industriali dell’eternit vedono cadere condanne e risarcimenti, è forse da questo poco edificante “trend” che nasce la sensazione che lo stivale d’Europa sia un luogo in cui il male possa restare impunito e da ciò se ne possa trarre profitto; per questo forse il lato “meno nobile” dell’ex re dei paparazzi ha avuto il sopravvento sulla sua razionalità.

Su Corona il popolo “social” da sempre è stato diviso, chi lo “assolve” raffrontando la sua vicenda truffaldina alle assurdità giudiziarie di assassini rimessi in libertà, chi lo “colpevolizza” non capisce il perché di tutto questo buonismo mediatico attorno alla sua persona, in definitiva poi ha infranto la legge e fino a prova contraria chi sbaglia paga.

Proprio in tal senso mi ha colpito il post su Facebook di una compaesana che recita più o meni così: “Per qualche foto di troppo ha preso un anno e quattro mesi e grazie ai bravi avvocati al suo soldo, Corona avrebbe ottenuto la sospensione condizionale, in sostanza gli sarebbe bastato comportarsi decentemente e non violare la legge. Il suo problema è costituito da altre condanne: detenzione e spendita di banconote false, ricettazione di una pistola, corruzione, bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, tentata estorsione, estorsione aggravata, aggressione a pubblico ufficiale, violazione di domicilio appropriazione indebita e falso. Causa questa bella fila di reati si è beccato quindici anni e non per quattro foto”.

Come a dire che in Italia la parola “legalità” non sarà più di moda, ma la legge è legge e va rispettata, anche dai Vip.

Proprio per questo la legalità deve tornare a far parte della nostra quotidianità di cittadini e soprattutto deve far parte del “dna” dei leader o Vip che dir si voglia, dai settori più “impegnati” come quello politico a quelli più “frivoli” come quello dello spettacolo.

Se il carcere e la detenzione devono redimere (e recuperare) chi sconta la pena, il caso “Corona” deve far riflettere, ma si spera, non solo a colpi di gossip…

Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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