Expo ’15: l’oro blu

Ho letto che per coltivare un pomodoro servono 13 litri d’acqua e 70 litri per una mela, 200 litri per un bicchiere di latte e ben 140 litri d’acqua per una tazzina di caffè.

Da ciò forse la denuncia made in Expo 2015 che punterà il suo dito mediatico sulla “sete” mondiale di oro blu, ossia di acqua, ospitando gli eventi sulle risorse idriche del pianeta ove si discuterà sul fabbisogno idrico datato 2050 ove dieci miliardi di umani popoleranno il pianeta.

L’Italia affronta il problema del fabbisogno idrico a modo suo, al Nord grandi piogge, trombe d’aria e ghiaccio dal cielo mentre al Sud acqua poco o niente, afa, incendi, grande siccità; ma oltre alle calamità naturali, le ultime siccità estive hanno evidenziato disastri dovuti non solo ai fenomeni naturali ma anche colpa del malcostume amministrativo unito all’inefficenza storica che ha difatti portato una rete idrica meridionale bucata a perdere il 40% delle riserve d’acqua, ancora quindi un’emergenza prevedibile disattesa e colonne di autobotti, navi cisterna e cosche mafiose all’assalto predatorio delle condotte pubbliche.

Agli abusi edilizi tuttora esistenti dove insistono fabbricati fuorilegge persino nelle aree golenali, ha fatto eco l’aumento della popolazione e la penuria di pianure in quanto al Sud la popolazione grava su nemmeno il 20% del territorio contro il 35% del Nord; il conseguente trend consumistico associato all’inerzia delle amministrazioni locali ha finito per dar il colpo di grazia ad un territorio per secoli selvaggiamente disboscato senza che alcuna politica ambientale venisse mai alla luce. Complice infine i veti, ad ogni opera pubblica intrapresa, di mafie o camorre.

Siccità nella regione Sardegna

Se però il Sud piange la cronica carenza d’acqua, il Nord non ride perché è mancata la volontà politica di governare i corsi d’acqua in modo oculato; sarebbe bastato adottare per tempo le opzioni giuste a fronte degli storici dissesti idrogeologici e non soltanto dopo ogni guasto meteo portatore di alluvioni (vedi Genova, 5 Terre, o Sardegna). Le tante (troppe) promesse fatte dagli enti deputati sul cosa e come fare sono rimaste sulla carta, intanto solo quest’anno a Milano il Seveso è straripato ben sette volte e la messa in opera delle cosidette vasche di esondazione a difesa del territorio non è stata attuata.
Siamo però in buona compagnia, ci sono volute tragedie come quella del 1953 in Olanda per reagire e governare l’acqua, allora una tempesta nel Mare del Nord creò un onda anomala che si alzò oltre sei metri e, travolgendo tutto e tutti, entrò in quelle terre per una decina di chilometri provocando più di 1.800 morti; quella tragedia sancì per quelle genti una sorta di “anno zero” e quel Paese, che per due terzi è sotto il livello del mare, diede vita ad un progetto terminato nel 2002 che previde l’innalzamento di 3.000 chilometri di dighe esterne e la contemporanea costruzione di 10.000 chilometri di canali e dighe interne.

A volte quindi le lezioni (e le tragedie) possono servire a scuoter le coscenze, oggi è difficile trovar risorse finanziarie coi tempi di crisi che viviamo soprattutto per progetti che devono insistere ben oltre la durata di un mandato politico; però l’Olanda ce l’ha fatta con la diga di Maeslant che è la più grande barriera mobile del mondo e terminata nel 1997, “parente” fra l’altro del Mose veneziano.

Lo studio degli ecosistemi quanto la risoluzione dei problemi legati ai cambiamenti climatici, la messa in sicurezza dei bacini nelle aree dei fiumi quanto la sicurezza delle acque potabili, sono le grandi sfide del rapporto uomo-acqua ma ancora una volta, purtroppo, una politica miope ha finora solo partorito riunioni, steering committes, caucases, commissioni, pranzi e colazioni “di lavoro”.

Finora, purtroppo, si é deciso di nulla decidere e di rinviare il tutto, in perfetto stile “all’ italiana”, sperando in chissa chi o chissa cosa possa porre un freno e un rimedio..

 

Vas

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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