La nota ‘stonata’ del Coro natalizio..

Dalai Lama e Papa Francesco

Non a caso, la figura del “Pontefice”, alla lettera, é  colui che costruisce ponti..: infatti i vertici della diplomazia vaticana di Papa Francesco, dopo i tentativi di Wojtyla e Ratzinger, sono riusciti a mediare le amministrazioni “Obama” e Castro Raùl ottenendo una serie di risultati di rilievo, in primis la liberazione di diversi detenuti politici in Usa e Cuba.

Jorge Mario Bergoglio, il Papa che viene quasi dalla fine del mondo.., ha tessuto l’ultimo drappo dei quella tela di incontri diplomatici iniziata alla fine degli anni ’90 da Giovanni Paolo II, che incontrò all’Avana un Fidel Castro ex allievo gesuita non in uniforme bensì in doppiopetto blu, e Benedetto XVI un paio di anni  fa, sempre intonando la stessa preghiera ossia portare a compimento il processo di riconciliazione con gli Usa.

Lo sforzo di Papa Francesco ha avuto un’eco mediatica senza precedenti e la stampa internazionale l’ha definito come il più bel regalo di pace al mondo globale, i 53 anni di embargo degli Usa nei confronti di Cuba sono stati un isolamento che lo stesso Obama ha definito inutile e che paradossalmente ha rafforzato il regime castrista.

Quale miglior scenario in prossimità della più importante festa cristiana ovvero il Natale, già in un Angelus del 2013 Francesco scaldò i cuori anteponendo al bisogno dei fedeli di parole, quello invece più importante della misericordia: “La diffusione del Vangelo non è assicurata dalle istituzioni, ma dalla tenerezza dell’amore di Cristo”. Perfino i rapporti col presidente cinese Xi Jingping sono cordiali ed un conseguente scambio di messaggi gli ha permesso di essere il primo Papa ad attraversare quello spazio aereo, i ben informati inoltre danno per certo un “disgelo” imminente del dialogo con le autorità della Religione tradizionale cinese.

Statua dedicata a Gengis Kan in Mongolia

La sola “nota stonata” di questo gaudente periodo pre-natalizio, che ho letto per caso e rifilata in una minuscola “news” a bordo pagina, è la “non” udienza ottenuta dall’entourage del Dalai Lama in Vaticano; in questi giorni i tibetani sono a Roma per il XVI summit dei Nobel per la pace ma sembra che al massimo otterranno solo un dovuto quanto scarno messaggio di saluto e nemmeno a firma di Bergoglio.
Non è certo il momento di complicare il dialogo (ed il business) con gli uomini dell’Impero Celeste, nei loro forzieri ci sono riserve per oltre mille miliardi di dollari e perdippiù la loro proverbiale saggezza, coi tibetani, è da sempre tragicamente venuta meno; dai mongoli “Kan”, Genghis prima e Kublai a seguire, è stata una ricorrente rivendicazione di annessione di quel territorio alternandovi forme di alleanza e vassallaggio al protettorato.

L’esercito cinese laggiù vi intevenne militarmente già nel 1726 poi nel 1790 a causa della situazione internazionale peggiorata che fece del Tibet un pericoloso stato – cuscinetto fra gli stessi cinesi ad oriente e gli inglesi in India a Sud, crisi culminata in un drammatico epilogo che coincise con la vittoria di Mao nel 1949 e la conseguente occupazione del territorio dei monasteri grazie all’intervento di 80.000 soldati; il periodo più tragico per quell’area di confine buddista fu però nel 1959 quando la resistenza tibetana addestrata dalla Cia si sollevò e tale rivolta fu repressa nel sangue dai 150.000 uomini dell’esercito e aviazione cinese che causarono inoltre la fuga in India dell’attuale Dalai Lama.

Il muro tra Usa e Cuba anche grazie all’azione diplomatica della Santa Sede, ha dato i frutti sperati e la guerra fredda in quell’area è finita; d’altrocanto l’oppressione cinese verso i tibetani gode invece di ottima salute perché quest’ultima realtà è imposta dalla volontà di non complicare un “dialogo religioso” (e pure il business), ma è un peccato perché del coro natalizio rimane una nota stonata…


“Vas” Vassura

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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