Scienza_01

L’ozono “dimenticato”

In piena crisi da raffreddamento invernale, fra uno starnuto e l’altro e grazie ad uno zapping sfrenato, dopo anni di silenzio mediatico sono stato informato da un “amorfo” programma pomeridiano tv che il famigerato buco dell’ozono, a ridosso dell’Antartide, non sta più aumentando; pensare che vent’anni fa, le rilevazioni lo davano grande quanto la regione Lombardia ma purtroppo quest’area è cresciuta fino alle dimensioni attuali, simili a quelle del Nord America, provocando un’impennata dei tumori della pelle fra i neozelandesi e cecità a foche e pinguini.

Per fortuna questa escalation terrificante si è fermata, credo grazie al protocollo di Montreal firmato nel 1997 che metteva al bando le sette categorie di “alogenuri alchilici” responsabili dei danni allo strato di ozono che circonda e protegge la Terra dai dannosi raggi ultravioletti.

Buco ozono


Il protocollo di Montreal è stato firmato dalla quasi totalità delle nazioni del globo, ratificato da ben 192 Nazioni ma non da Andorra, Iraq, Timor Est e Città del Vaticano, chissà poi perché non da queste quattro; comunque in base a questa direttiva, prodotti nocivi quali i clorofluorocarburi sono stati gradatamente negli anni eliminati dalle fasi di produzione ed è per questo che il buco nell’ozono da quest’anno ha iniziato a non espandersi più.
Sono passati circa trent’anni però i risultati alla fine sono arrivati, dalle chiacchere si è passati alle firme sui trattati e da queste ai fatti; perché Montreal si e Varsavia, Kyoto, Copenaghen no? Perché tutte queste conferenze sui cambiamenti climatici e sulla diminuzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera sono finite in un mare di chiacchere e basta? Sicuramente perché l’argomento “ecologia” cozza di più contro gli interessi di una certa politica, ma anche per colpa delle diverse scuole di pensiero di scienziati e ricercatori che lavorano in ordine sparso riguardo le direttive da adottare per invertire la rotta pur mantenendo una decente qualità della vita dei cittadini.
Finora la perdita di responsabilità dei politici è stata evidente ed ha indotto i più a chiudere gli occhi pur di conservare il proprio stile di vita, gli atti di scelleratezza verso l’ambiente che ci circonda e più in generale i danni all’ecosistema in cui viviamo hanno sempre più radici economiche ed i sussidi finora sono stati elargiti solo all’industria del carbone e del petrolio anziché alle energie rinnovabili; ecco perché le Alpi sono sempre più simili agli Appennini, perché le calotte polari si sciolgono e perché la Groenlandia, più piccola dell’Antartide, è in fusione e da sola provocherà l’innalzamento del livello del mare di 7,2 metri.
Una pratica, quella del buco dell’ozono, anche se molto osteggiata e dibattuta ma che ce l’ha fatta, alla fine la coscienza delle parti ha preso il sopravvento ed i risultati positivi oggi si vedono, le altre 99 sono avvolte della nebbia degli interessi di parte e non c’è lo sbocco.

Vas

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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