Gli accordi internazionali sulla riduzione delle incompatibilità fra sviluppo economico e tutela dell’ecosistema terrestre è fallito, le promesse del Giappone sono state disattese, la Cina non permetterà a nessuno di controllare le sue emissioni e anche Usa, Canada e Paesi Emergenti dimostrano di meritarsi un bel zero in condotta ambientale.
L’ultima inutile conferenza sui cambiamenti climatici in corso a Varsavia ha vissuto quasi in tempo reale il rimpasto governativo della Polonia che ha cambiato il ministro dell’Ambiente nominando un sostenitore delle energie da idrocarburi, tanto che diverse organizzazioni ambientaliste (Wwf, Greenpeace, ecc.) se ne sono andate in anticipo.
Il mondo industriale con il suo “iperconsumo” energetico è all’origine dei danni ambientali dovuti all’inquinamento ed i Paesi Emergenti a sviluppo industriale ritardato bruciano idrocarburi e carbone con primitive tecnologie ignorando le severi leggi della scienza sui “fenomeni d’accrescimento illimitato in presenza di fattori limitanti”.
I paesi ricchi non sanno come mantenere il proprio tenore di vita senza petrolio, quelli poveri non vogliono rinunciare alla crescita quando è finalmente arrivato il loro turno ed ancora nessun governo ha la forza di imporre ciò che serve: investire nell’innovazione, sulla tecnologia verde, sull’eco business, sul nucleare soft e su motori a petrolio con meno impatto ambientale.
Ho letto che P.I.L. e ricchezza non devono essere i soli segnali di felicità di una nazione, di certo però la miseria resta segnale certissimo di infelicità ma non si deve disperare né illudersi, da parte dei Grandi della Terra serve qualcosa di più concreto ed efficiente, ed anche qualche conferenza di meno.
“Vas”- Alfonsine(Ra)