C’è poco da festeggiare: anche se il 4 novembre è la festa delle Forze Armate, Giorno dell’Unità Nazionale e ricorrenza della fine del Conflitto mondiale del 1918, non è una data significativa per i ragazzi del secondo millennio.
Lo è stata per i loro bisnonni che hanno combattuto nelle trincee: mi è sempre piaciuto guardare l’onoreficenza di mio nonno, fante dell’esercito italiano e cavaliere di vittorio veneto ma a lui molto meno, i nove milioni di vittime tra i soldati e i sette milioni di vittime civili di quella tragedia hanno segnato quella generazione di italiani.
C’è poco da festeggiare, dicevo, perché tutto è fuori controllo: disoccupazione, conti dello Stato, P.i.l. e un debito “verso tutti” da brividi, infatti è dell’ultima ora la “sentenza” di un broker inglese che ci da per spacciati economicamente ed in bancarotta entro il 2014; quando nel 1918 la fine del conflitto vide dissolversi l’Impero austro-ungarico, quello tedesco, l’ottomano e russo, da questi nacque una geografia di Stati nuova dell’Europa, dal “crack” italiano invece cosa nascerà? Non c’é dato saperlo, ma di sicuro ci ricorderemo di apprendisti stregoni che hanno sostituito i fautori del “miracolo italiano” regalandoci questo periodo oscuro dei debiti e delle tenebre…
Resta da capire come tutto questo sia stato possibile dal momento che senza il consenso popolare nulla si può in una repubblica democratica come la nostra; i politici che promisero pienezza, vita armoniosa e felicità non hanno mantenuto, ma in fondo esse sono rimaste lì e ci si può sempre dire che la prossima volta sarà quella buona!
Ecco come è andata in Italia, il sogno collettivo di costruire il paradiso in terra qui e subito, queste dosi di insana politica combinate nei decenni passati in varie maniere hanno dato,( e forse ancora daranno) origine a ciò che sentenzia il broker inglese e che si tratti di “default o bancarotta o insolvenza”, del 4 novembre sembra rimanga davvero poco da festeggiare.
“vas” Vassura