El Alamein

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La battaglia di El Alamein si svolse tra l’ottobre ed il novembre del 1942 nel deserto egiziano fra le truppe inglesi e quelle italo-tedesche e fu la nostra peggior disfatta della seconda guerra mondiale, 26.000 vittime (metà inglesi e metà italo-tedesche) e di 5.000 parà ne rimasero 300; se si può dire consolatorio, almeno però gli inglesi scoprirono gli eroi italiani che resistevano con onore facendo il proprio dovere anche quando furono abbandonati dagli alleati tedeschi in fuga, coi quali vennero alle mani e ci scappò pure qualche fucilata.

Ho prestato servizio militare come effettivo di leva proprio in una delle caserme della Folgore e ho respirato quell “aria”, intrisa di orgoglio e fierezza che accomunava fraternamente chi operava in quell’ambiente; credo perciò che dovremmo svegliarci da amnesie storiche come quella di El Alamein e non capisco perché questa disfatta sia stata per anni sepolta e dimenticata anche perchè di solito noi italiani abbiamo più in mente le sconfitte che le vittorie e il sinonimo “CAPORETTO” ne è una prova.
Per di più laggiù i soldati italiani non furono per nulla cattivi soldati e si batterono valorosamente quando messi in condizione di farlo, gli inglesi avevano latte, whisky, té e acqua minerale mentre gli italiani bevevano l’acqua tenuta nei bidoni della nafta, marciavano con scarponi con la suola di cartone, 3 chilogrammi di casco in testa e i fucili della guerra del 1915-’18; per non parlare poi della copertura aerea garantita ancora dai vecchi biplani che viaggiavano di 150 km./h più lenti dei veloci caccia inglesi.

Almeno però alla fine furono riconosciuti i meriti dei valorosi soldati perché benchè sfiniti, scalzi e senz’acqua e solo grazie alla loro straordinaria forza morale attaccarono urlando non viva il re o viva il duce ma solo un viva l’Italia e per questo gli inglesi resero loro l’onore delle armi.

E’ scritto sul monumento ai caduti di El Alamein “Mancò la fortuna, non il valore” , io invece penso che mancarono troppe altre cose che lo sciagurato regime fascista promise ma non mantenne, tradendo miseramente i nostri valorosi soldati.

Giuseppe “vas” Vassura – Alfonsine (Ra)

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About Vassura

Residente ad Alfonsine (vicino Ravenna), si è diplomato in Agraria all' Istituto Scarabelli di Imola e da lì ha iniziato a scrivere (giornalino studentesco), ha poi frequentato tre anni di Università a Bologna ed ha iniziato l'attività di assicuratore in Ras, che attualmente ancora persegue ma solo come consulente aziendale indipendente. Gli piace ascoltare musica blues, folk e scarpinare in mountain bike. Animatore e P.r. in località Milano Marittima fino al 2001, é da sempre volontario e socio WWF. Capacità di comunicare e lavorare in team, unito allo spirito di adattamento, immaginazione e capacità di organizzare in modo equilibrato il tempo, fanno risaltare in lui doti di generalista più che di specialista..


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